Allora innanzitutto tutti in piedi ad applaudire il meraviglioso Napoli (giuoca che è una Bellezza), sconfitto, ma non perdente, dinanzi a quella corazzata che risponde al nome del Manchester City. Ora la qualificazione alla seconda parte della Champions League, per intenderci quella affascinante a eliminazione diretta, per il Napule allenato da mister Sarri(far giocare sempre i soliti gioverà nel medio – lungo periodo?) è poco più di un sogno. Ma non bisogna mollare la presa: tanto in campionato, quanto in Europa. E chissà, talvolta mutare atteggiamento tattico e giocare guardinghi di rimessa, male non farebbe. No?
La Juve? A Lisbona soltanto Higuain ha evitato la sconfitta (e fruttato un pareggio) alla Vecchia Signora, per l’ennesima volta apparsa brutta, insicura, eccessivamente emozionata, preoccupata, traballante e poco incisiva. E questa altalenante metamorfosi che vede i bianconeri una volta letali (vedi match col Milan) e un’altra così, così … lontano dalle luci della ribalta sta iniziando a preoccupare sul serio mister Allegri, vale a dire colui il quale forse e condizionale d’obbligo starebbe iniziando, complice l’involuzione di Dybala (ma come sono i rapporti tra il fantasista argentino e il trainer livornese?), Rugani (perché non gioca con continuità) e Alex Sandro (voleva andare via l’estate scorsa: è stato sul serio un affare trattenerlo a tutti i costi?) a non far svoltare (e volare), (causa l’insorgere dei primissimi sintomi da fine ciclo?), la (sua) Juventus.
La Roma? Ha strapazzato il Chelsea di Conte e nell’Europa che conta è probabilmente la compagine italiana più in forma e in palla. Complimenti al sottovalutato (a torto) coach Di Francesco a massima attenzione alla sua incisiva compagine.
Stefano Mauri