Se il Milan non ingrana, ecco allora a pagare soprattutto e tutti sarà mister Vincenzo Montella (per il momento è stato licenziato il preparatore atletico Marra), la cui panchina inizia …seriamente a traballare.
Nonostante infatti le smentite del caso e ufficiali, l’amministratore delegato Fassone (se fallisce l’obiettivo Champions League finirà pure il suo interregno rossonero) e il suo braccio destro Mirabelli avrebbero già allertato una rosa di allenatori (Mazzarri, Sousa, Gattuso e Guidolin). E appunto qualora la situazione precipitasse e non arrivassero risultati incoraggianti e positivi, allora da queste nomination uscirà il nome del traghettatore che dovrà, ereditando lo scettro (ardua impresa comunque mettere insieme tanti volti nuovi e “confezionati” … così e così) da Montella, terminare l’annata agonistica iniziata da poco per poi lasciare a giugno il posto a un cosiddetto top trainer, per intenderci a un big alla Carlo Ancelotti (sogno stupendo, ma quasi irrealizzabile), Antonio Conte (altra proposta indecente), Maurizio Sarri (se non vincesse nulla a Napoli potrebbe lasciare il capoluogo campano), Louis Enrique (seguito però da Chelsea, Bayern Monaco, Psg e City) o Simone Inzaghi (Juve permettendo).
Detto ciò, entro la fine del mese di ottobre, dalla Cina, Li Yonghong dovrebbe inviare i soldi (tanti) necessari a pagare la prima rata del finanziamento ottenuto dal fondo Elliot. Poi toccherà all’Uefa studiare e valutare il piano triennale per gli investimenti predisposto dalla nuova proprietà, in sinergia col management, rossonera. Sì sono giorni frenetici sulle sponde rossonere dei Navigli meneghini. E Montella deve badare esclusivamente a far quadrare ala tattica e portare punti pesanti alla causa.
Stefano Mauri