Se in Rete diverse sono state le reazioni all’articolo sui diritti d’immagine reclamati da Papa Bergoglio nei confronti della Rcs e dello speciale dedicatogli dal settimanale Oggi, all’indomani della sua elezione, estremamente cauto è stato l’atteggiamento dei media.
Tra le voci dissonanti quella de Il Giornale, che ha ripreso la notizia con una premessa: ossia che la notizia “avrebbe del clamoroso”, ma se confermata.
Il che è bizzarro. Perché, se si ritiene la notizia “clamorosa”, non ci vuol nulla a fare una verifica. Basta una telefonata in Rcs, dove, a quanto risulta a Fronte del Blog, la querelle sarebbe ancora sul tavolo dell’ufficio legale, in attesa di capire come comportarsi.
O chiamare direttamente l’Osservatore Romano.
Non a caso, all’interno dell’articolo, avevamo messo il link alla legge del 19 marzo 2011 voluta da Ratzinger e pubblicata sul sito dello Stato di Città del Vaticano, in cui si fa esplicito riferimento al copyright messo sull’immagine, i discorsi e perfino la voce del Papa.
Avevamo messo anche il link all’agenzia battuta da Radio Vaticana sul rinnovamento della legge da parte di Bergoglio a dieci giorni dalla sua elezione e a quella, sempre di Radio Vaticana, sui motivi per i quali il Papa avesse messo il copyright sui suoi discorsi.
I giornali, le radio e le tv possono decidere di verificare senza problemi la notizia. Oppure attendere il conto dei diritti da pagare, comodamente seduti dietro la propria scrivania.
Edoardo Montolli
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