«Signor presidente della Repubblica, io La ringrazio con tutto il cuore per il messaggio da Lei inviato all’Associazione “Luca Coscioni”, in cui annuncia la Sua intenzione di stimolare il Parlamento a riaprire il dibattito sul testamento biologico, e ad approvare finalmente una legge. Una legge che riconosca il diritto di ognuno a rifiutare le cure, provvedendo a esprimere questa volontà in un documento redatto e firmato in uno stato di piena coscienza e lucidità».
L’EDIZIONE INTEGRALE DELLA LETTERA DI VERONESI – Comincia così la lettera aperta, pubblicata sul nuovo numero di OGGI dal 26 marzo in edicola, che il professor Umberto Veronesi rivolge al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Il messaggio del direttore scientifico dell’Istituto europeo di oncologia di Milano nasce appunto in seguito alle parole di Napolitano espresse pubblicamente qualche giorno fa, che rimarcava come il Parlamento non dovesse ignorare il problema delle scelte di fine vita.
IL CASO ENGLARO- «Caro Presidente Napolitano, quando Lei nel 2009 decise di non firmare il decreto legge del Consiglio dei Ministri con cui si voleva imporre alla sventurata Eluana Englaro di continuare a vivere in queste condizioni, e ricordò il dovere di arrivare a una legge, adempì in pieno il compito di supremo garante delle libertà individuali sancite dalla Costituzione. Anche di questo voglio ringraziarLa ancora. Io e moltissimi altri cittadini non possiamo accettare che sia stabilito per legge l’obbligo di vivere in simili condizioni, e sosteniamo che deve essere lasciata assolutamente la libertà di decidere. Sperando che il Parlamento accolga con sollecitudine il Suo monito, spero che la ripresa del dibattito possa svolgersi serenamente, come Lei ha auspicato nel Suo messaggio».