Il nuovo booktrailer de La logica del Burattinaio, di Daniele Cambiaso e Rino Casazza, il thriller sull’unico vero serial killer bambino del mondo: l’italiano Giorgio William Vizzardelli. Qui il prologo:
PROLOGO
Museo Criminologico,
Via del Gonfalone 29, Roma,
sabato 29 dicembre 2012, ore 13
Correre. Puntare verso la moto. Sparire nella confusione del traffico di Roma. I polmoni esplodono, so perfettamente che avrò pochi secondi prima che una Volante piombi proprio dove mi trovo adesso.
E io corro. Corro nel sole di Roma. Lo zainetto mi rimbalza sulle spalle, penso a quello che contiene e mi viene da esplodere di gioia, vorrei esultare come un ragazzino dopo un goal.
È stato facile. Li ho sorpresi. Non si aspettavano niente del genere, non in un luogo come quello. Ho atteso con pazienza, ho scelto l’ora migliore. La chiusura imminente, con la maggior parte dei custodi già in pausa pranzo. I pochi sorveglianti superstiti che controllano svogliati sale ormai deserte dopo la visita rumorosa di una scolaresca. Odore di chiuso e noia. Sbadigli e fruscii di giornali.
Di colpo, l’azione. L’addetta alla biglietteria presa in ostaggio mentre controlla il magro incasso. Cellulari consegnati, telefono disattivato, tutti ammanettati. Urla, spintoni, il calcio della pistola giocattolo truccata da arma vera calato sulla tempia del più riottoso. Delle videocamere me ne sono fregato. Sapevo di avere qualche minuto e l’ho sfruttato al meglio per centrare l’obiettivo. Dall’analisi delle immagini non risaliranno mai a me. Parrucca, occhiali, barba finta. Non mi riconosceranno mai. Solo uno capirà, a tempo debito. In fondo è per lui che faccio tutto questo. Deve capire, ma solo perché sarò io a volerlo.
Sì, è stato facile. Non devo distrarmi. Sulla scalinata che da via del Gonfalone porta al Lungotevere dei Sangallo urto una donna di mezz’età con un trolley, quasi me la trascino dietro e lei si volta a insultarmi. «A fijo de na…»
In un altro momento, per quella frase, mi sarebbe piaciuto vederla annegare nel sangue. Invece rido. Corro e rido. Volevo quegli oggetti. Sono più di un simbolo. Molto di più. Dovevano essere miei e ora sono miei. Tutto può iniziare, tutto può finalmente tornare. Adesso si tratta solo di correre.
Corri veloce, non voltarti, non esitare. Raggiungi l’obiettivo.
Ecco la moto. Lontana, l’eco di una sirena. Troppo tardi, ragazzi. Sorrido. In fondo, mi dispiace andarmene. Si troveranno davanti un biglietto, proprio all’entrata del Museo Criminologico. Chiuso per rapina. Non ho resistito all’idea. Magari lo conserveranno in bacheca. Devo trafficare un po’ col blocco accensione della moto, la sirena si fa più vicina. Qualcuno mi osserva, ma non ha importanza. L’abbandonerò tra pochi metri, poi la metropolitana mi farà sparire nel ventre caldo e oscuro di Roma. Ecco, si accende. Una sgassata e volo via, volo lontano. Verso la salvezza. Verso il buio che mi protegge.
Daniele Cambiaso e
Rino Casazza
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