Mentre vengono desecretati i documenti sul caso, un settimanale raccoglie lo sfogo della madre di Ilaria Alpi.
«Ilaria è sempre presente nella mia vita, non c’è giorno che non pensi a mia figlia, mi mancano le sue risate, i suoi racconti, i suoi baci», dice Luciana Alpi al settimanale OGGI.
Sono passati vent’anni dall’uccisione a Mogadiscio di sua figlia Ilaria, giornalista della Rai, e dell’operatore Miran Hrovatin e Luciana Alpi dice a OGGI: «Finché avrò vita chiederò il nome dei mandanti dell’omicidio di mia figlia. Perché Ilaria e Miran sono stati giustiziati. Ilaria aveva toccato il segreto più gelosamente custodito in Somalia: lo scarico di rifiuti tossici pagato con soldi e armi… La verità è che c’è un filo invisibile che lega la morte di mia figlia alle navi dei veleni, ai rifiuti tossici partiti dall’Italia e arrivati in Somalia. Ci sono documenti che lo provano. Ci sono le testimonianze dei pentiti. Eppure nessuno ha avuto il coraggio di processare i colpevoli. In carcere è finito un miliziano somalo che sta scontando 26 anni, ed è innocente. Sono schifata da questa giustizia».