Prosegue su IlgiornaleOFF, magazine culturale de Il Giornale, la rassegna dei racconti dei nostri autori. Stavolta tocca ad Angelo Marenzana, che pubblica con Algama l’imperdibile noir “La scelta del Caporale”.
Ecco il suo racconto per IlgiornaleOFF:
I lupi non usano coltelli
(Di Angelo Marenzana)
uno
La vista dei corpi straziati gli dava il voltastomaco, ma il maresciallo Stella non poteva guardare da un’altra parte. Doveva per forza accettare l’incombenza, senza sottrarsi al proprio dovere. Una madre e un bimbo di soli sette anni erano riversi a terra in una posizione innaturale e costretti a una distanza altrettanto innaturale. Le vittime parevano passate attraverso un tritacarne. Schizzi di resti organici erano disseminati sulle pareti di cucina, sala, lungo i pavimenti. Dense strisciate nere continuavano su per le scale interne che conducevano a un qualche rifugio mai raggiunto. Una fuga senza speranza.
«L’assassino si è servito di un coltello da cucina». Disse un brigadiere alle sue spalle «Si è spezzata anche la lama».
Il prologo de La scelta del caporale – LEGGI
Stella si voltò, guardò dove gli veniva indicato e gli tornarono in mente i premi del supermercato, quelli che prendeva sua moglie con i punti fedeltà, coltelli in acciaio, manico compreso, con la lama protetta da una guaina di cartone. Un’arma improvvisata, concluse tra sé. Come inaspettata poteva essere stata la furia omicida che aveva centuplicato le energie del boia.
«Usciamo». Disse.
Fuori, cercarono entrambi una boccata d’aria rigeneratrice. Ma non poté nulla contro il brusio dei curiosi attratti dal confuso viavai e dai lampeggianti. Oltre il cancello, nel breve tratto di via XX Settembre, il traffico era stato bloccato da alcune vetture di servizio che costringevano gli automobilisti a un giro appena più lungo per raggiungere il centro città. La penombra del tardo pomeriggio incombeva grigia su una giungla di rose disseminate sulla rotonda e a ridosso dei marciapiedi. Ormai sfiorite, sembravano aver assorbito l’odore della morte che aleggiava attorno alla villetta a tal punto da ripiegarsi su se stesse mettendo in bella mostra solo spine aguzze come artigli crudeli.
«Chi ha scoperto questo macello?»
«Il marito, il signor Guglielmo Campisi». E indicò un uomo appoggiato al muro, con la pelle del viso raggrinzita come un limone acerbo.
(CONTINUA su IlgiornaleOFF – Leggi)
La scelta del Caporale- LA TRAMA
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