“Caro Paolo l’avventura comincia ad essere dura anche per me. Insieme abbiamo fatto ridere tutta l’Italia . Ora tu prepara il set per far ridere anche quelli lassu’, poi ci vediamo, ma senza fretta…ah hai gia’ cominciato? ..condinua condinua!!”
Lino Banfi
“È morta anche la mia giovinezza. Fantozzi è stato l’unico uomo che mi abbia veramente amato.
Anna Silvani”
Anna Mazzamauro
Grazie Paolo,
per aver fatto ridere tutti, dal primo all’ultimo.
Per aver nascosto una sconfinata cultura dietro una maschera popolare, un feticcio, una rappresentazione impietosa.
Per aver commosso i bambini.
Per aver insegnato attraverso i tuoi sorrisi che anche nella desolazione di una qualsiasi periferia napoletana possano nascondersi miseria e nobiltà.
Per aver rappresentato il meglio della commedia italiana.
Per averci fatto saltare in piedi a spellarci le mani per ognuno di quei 92 minuti di applausi.
Per quel tuo caratteraccio impossibile. Per quelle dichiarazioni provocatorie.
Per Carlo Martello.
Per aver dato vita alla fantasia di Fellini.
Per aver dato forza alla fantasia di Monicelli.
Per la tua saggezza spigolosa, camuffata dietro la barba.
Per aver salvato il tuo matrimonio con la Pina, innamorata dell’uomo sbagliato.
Per averle fatto capire che “un orrendo butterato di ventisei anni, con il culo molto basso ed un alito agghiacciante, tipo fogne di Calcutta” non poteva distruggere una famiglia.
Perché tu, Pozzetto, Banfi e pochi altri avete rappresentato per noi dei fratelli maggiori.
Per la malvagità del Professor Kranz, la tenera inettitudine del ragionier Fracchia.
Per la Belva umana.
Per le “mutande di peluche”, l’accento svedese, per aver preso la vecchia.
Per tutti i tuoi libri, colpevoli di aver fatto nascere una leggenda.
Per essere stato un pompiere, un ladro, un robot, un colonnello in pensione…
Per essere stato un eroe.
Grazie Paolo per averci permesso di diventare adulti conservando un briciolo di sana follia.
“Abbiamo perso il nostro punto di riferimento verso il basso”.
E verso l’alto.