«Il Premio Oscar a me? Me lo dicono tutti… Mah… Ma se ho la stessa macchina da 17 anni, un vecchio furgone Gmc…». Non si prende troppo sul serio Jared Leto, che a “Io donna”, in edicola dal 1 marzo, e su iodonna.it racconta tutto di sé alla vigilia della consegna della statuetta: è candidato superfavorito come migliore attore non protagonista per “Dallas Nuyers Club”, al cinema in questi giorni. Nel 1994, dopo il successo della serie tv americana “My So Called Life”, Hollywood era pronta a spalancargli ogni porta ma lui ha preferito dedicarsi a film dark e indipendenti come “Fight Club” e soprattutto alla band “Thirty Seconds To Mars”, fondata con il fratello girando per il mondo a far concerti quasi sempre esauriti. Oltre dieci milioni i dischi venduti. Mancava dal grande schermo da sei anni e per convincerlo a tornare c’è voluto questo ruolo da transessuale: «Ero in tour a Berlino con la mia band quando mi mandarono la sceneggiatura. Mi innamorai subito di quella storia incredibile ed è stato impossibile dire no». Compone musica, gira film, ma scrive e dirige anche i suoi video, ne cura il montaggio. Cosa preferisce fare nella vita? «Mi piace un po’ tutto. Da bambino ero appassionato di arte e volevo diventare pittore, poi mi è venuta la mania della fotografia, infine a New York mi sono iscritto a una corso di cinema e ho deciso di dedicarmi alla regia. Non ho rimpianti, ho sempre seguito il mio cuore», racconta. Leto descrive la sua casa «come una factory aperta a tutti, dove si lavora insieme. Suoniamo, prepariamo i video, diamo forma a idee e progetti».