A Milano, oggi è l’ultimo giorno della settimana del 56° Salone del Mobile, di “Fuorisalone” e di massima espressione di sé o della propria maschera. Per l’occasione, tra spritz e prosecco, ha riaperto lo Spazio Krizia, in via Mainin 21, il quale ospitò al tempo designer come Ingo Maurer e Ron Arad. Il nuovo inizio è con Formafantasma.
Formafantasma è un duo di giovanissimi designer Italiani (giovanissimi per il panorama dei professionisti in Italia), già docenti universitari in Olanda dove ha sede il loro Studio. Per tutto il periodo del “Fuorisalone”, che è iniziato lunedì 4 aprile, per concludersi oggi domenica 9 aprile, Andrea Trimarchi e Simone Farresin, espongono forme funzionali a fare luce e ombra, ed anche estate ed inverno, grazie alla riproposizione di colori che durante alcuni mesi dell’anno mancano. Si stratta di studi di luce con vetri diacroici, ossia vetri cangianti che cambiano cromia grazie alle particelle metalliche che contengono. Formafantasma si rivela una coppia di creativi da seguire oltre a questa tappa meneghina.
Nello Spazio Krizia, caratterizzato da altissime finte pareti bianche e soffitto denso di faretti nero, si trovano forme di metallo, prevalentemente ottone, che raggiungono una semplicità tale da far sentire quanto deve essere stato difficile il percorso di ricerca fatto per raggiungerla.
In questa esposizione i designer presentano una collezione di oggetti luminosi che prende il nome di “Foundation”. Questo insieme di elementi è caratterizzato da pezzi finiti e perfetti come la creazione Magnifiers, una sequenza di cerchi in ottone con LED che illuminano lo spazio attravarsando cristalli, o opere di ricerca come Lente concava la quale propone una forma di luce a doppio ellisse verticale, creata grazie al riflesso su una lente concava dell’illuminazione della torcia di un iPhone poggiato su mattoni refrattari e travertino. Tra eccentrici personaggi, autorizzati ad ostentare un’omosessualità (che sia vera o no non ha importanza), che pare escano di casa, nauseabondi di profumi terribili, solo per la settimana del “Fuorisalone”, lo scenario da Krizia, presenta elementi in dialogo e in tensione tra loro. Tra forme apparentemente elementari, ritorna alla mente il “pensiero rammemorante” di Hedegger dove il filosofo sostiene che in ogni epoca l’essere si manifesta e, al contempo, si nasconde.
Punti, linee, superfici, bilancieri, leve e archi sono i modelli riconoscibili e che arrivano da molto lontano. All’origine di ogni filone di realizzazioni Andrea Trimarchi e Simone Farresin, si trovano riferimenti densi come la lava dell’Etna o i detriti del delta del fiume Tevere.
I Formafantasma dicono, a proposito della scelta del loro nome, che è venuto dal metodo di lavoro, il quale inizia senza una idea di forma finale. La forma si rivela durante la progettazione attiva, che come ci insegnò la teoria della Gestalt, non è azione passiva di associazione, ma frutto di un processo percettivo unitario. Osservando i loro studi per lampade, si potrebbe pensare però che il nome Formafantasma arrivi dalla caratteristica luce riflessa e mai diretta che, sbattendo o attraversando superfici diverse, crea elementi fantasma luminosi che vivono grazie all’ombra. Un solo pezzo si distingue per cromaticità, Colore crea fantasmi colorati sulle pareti. È una lampada che illumina grazie a dei LED che irradiano vetri dicroici.
Chissà se i fantasmi che appaiono a Milano, con licenza di essere se stessi o altri in questa settimana, sono intenditori di vino o di design?