Madre tedesca, padre ghanese, vive tra Europa e Africa e canta in una band da quando aveva 16 anni. Adesso Y’akoto ne ha 26 e il suo primo album, “Baby Blues”, è stato un successo in molti paesi europei. Da noi arriva in primavera, mentre in radio trasmettono il singolo da alcune settimane. A “Io donna”, in edicola dal 22 febbraio, e su iodonna.it, Y’akoto si definisce una nomade: «Oggi non abbiamo bisogno di scegliere le nostre radici. La mia musica è “soul searching music”, musica alla ricerca dell’anima. E forse anche io sono in una fase di “soul searching partner”. Ma ho molti amici con cui scherzare e rilassarmi». Una sua canzone, “Tamba”, è dedicata ai bambini soldato. «Certo, la musica è il futuro. La politica, per esempio, sarà pur piena di analisi e intelligenza, ma non so se davvero tocca i cuori. Io, quando non capisco qualcosa, devo cantare, perché solo così mi sento libera e in grado di comunicare. Se canto mi ascoltano, se parlo e analizzo non mi sembra di raggiungere la gente». Il secondo album di Y’akoto, “Moody blues”, uscirà in Germania e Francia in maggio.
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