Sedici pagine di accuse. La Commissione Onu per i diritti dei minori non ha usato mezze misure e ha attaccato le politiche del Vaticano, che hanno permesso a troppi religiosi di abusare sessualmente di migliaia di bimbi e ragazzi. Lo ha fatto con un documento durissimo, con cui si invita il Vaticano all’ “immediata rimozione” dei responsabili, che dovrebbero essere “consegnati” alle autorità. “La Commissione – spiega infatti il documento presentato a Ginevra e diffuso dai quotidiani- è profondamente preoccupata che la Santa Sede non abbia riconosciuto l’estensione dei crimini commessi, che non abbia preso le misure necessarie per affrontare i casi di abusi sessuali sui bambini e per proteggerli e che abbia adottato politiche e pratiche che hanno condotto alla continuazione degli abusi ed all’impunità dei responsabili”. Il rapporto, a proposito di diritti dei minori, fa riferimento anche allo scandalo irlandese delle “ Magdalene”, gli istituti gestiti da suore dove alcune ragazze lavoravano le lavandaie in sostanziali condizioni di schiavitù. E ancora, si fa presente come non sia accettabile che gli abusatori, anziché essere allontanati, siano stati spostati di parrocchia in parrocchia “in un tentativo di coprire questi crimini”. E poi: “A causa di un codice del silenzio imposto su tutti i membri del clero sotto la pena della scomunica i casi di abuso sono stati anche difficilmente riferiti alle autorità giudiziarie nei Paesi in cui sono stati commessi”. All’interno del documento, critiche anche verso le posizioni della Chiesa nei confronti di aborto, contraccezione e omosessualità. Ma se, probabilmente su questi ultimi temi, una nota della Santa Sede esprime qualche dubbio in merito al “tentativo di interferire nell’insegnamento della chiesa cattolica sulla dignità della persona umana e nell’esercizio della libertà religiosa”; sul resto non può che prenderne “atto”. D’altra parte i casi sono davvero tantissimi ed è impossibile elencarli tutti. A volte raggiungono livelli da film horror. Come, in Italia, nel caso di Don Riccardo Seppia, il parroco di Sestri Ponente arrestato nel maggio 2011 con le accuse di violenza sessuale su minori, tentata induzione alla prostituzione minorile, offerte plurime di droga e cessione di cocaina. L’inchiesta, partita dalle testimonianze di un chierichetto che aveva parlato di “attenzioni particolari” del prelato (ma non sfociate in atti sessuali veri e propri) era stata poi allargata con intercettazioni e sms: così era venuta a galla la fantasia malata del prelato, che tuttavia, dopo aver chiesto perdono, ha sempre detto di non aver poi attuato quelle fantasie. In appello, marzo 2013, ha preso 9 anni e sei mesi e ha fatto ricorso in Cassazione. Talvolta gli scandali vanno più su nelle gerarchie. A maggio dello scorso anno lasciava la Scozia, “d’intesa con il Santo Padre”, il cardinale Keith Patrick O’Brien, arcivescovo emerito di St. Andrews ed Edinburgo, dopo aver ammesso le proprie responsabilità per molestie sessuali verso seminaristi nell’arco di trent’anni: destinato ad «alcuni mesi di rinnovamento spirituale, preghiera e penitenza». Per non parlare del clamoroso caso di Boston, scoppiato nel 2002, quando il The Boston Globe avviò un’inchiesta giornalistica che portò alla pesante condanna di un prete, John J.Geoghan, per aver violentato un bimbo di dieci anni. Solo a Boston finirono sotto accusa 89 sacerdoti e 55 vennero rimossi dall’incarico. Periodicamente i casi si sono ripetuti ovunque. «I casi registrati sono numerosi – spiega la psicologa Graziella Mercanti-, una ricerca statunitense del 2009 ha rilevato che tra il 1950 il 2000, si sono verificati circa 40.000 casi di abuso di minori da parte di preti: si tratta dunque di una vera e propria epidemia. Una possible spiegazione risiede nella mancanza di maturità sessuale che caratterizza i preti: i giovani seminaristi che iniziano la loro carriera religiosa, sono costretti a rinunciare alla propria identità sessuale, senza che questo problema venga adeguatamente affrontato ed elaborato. L’esperienza del seminario non permette una crescita aromonica di tutti gli aspetti della personalità e può quindi favorire una “fissazione” ad uno stadio evolutivo pre adolescenziale, che favorirebbe l’attrazione verso bambini. Il comportamento deviante può dunque dipendere dalla particolare storia personale e formativa del seminarista. Alcuni ricercatori sostengono che i modelli proposti dalla Chiesa, che impongono il celibato e la rimozione della sessualità, condizionono profondamente il futuro comportamento dei preti. Le condotte devianti dei preti pedofili non dipendono meramente dalla semplice predisposizione del singolo, ma potrebbero scaturire dalle forzature imposte dalla formazione ecclesiastica. Questo fatto spiegherebbe anche la notevole resistenza della Chiesa ad affrontare un problema che mette in discussione la natura stessa dell’organizzazione religiosa». In realtà qualcosa, negli ultimi anni, il Vaticano lo ha fatto. Papa Benedetto XVI ha ridotto allo stato laicale 400 religiosi non esattamente ligi ai propri doveri. E Papa Bergoglio ha definito gli abusi sui minori perpetrati dai sacerdoti “la vergona della Chiesa”. A dicembre ha costituito una commissione ad hoc, col compito di vigilare e arginare il fenomeno. L’annuncio è stato dato dall’arcivescovo di Boston, Patrick O’Malley, con tanto di esperti per la formazione spirituale e di assistenza per tutti coloro che lavorano con minori. Il durissimo documento dell’Onu ha chiesto che i risultati dell’indagine della commissione vaticana vengano resi pubblici.
Manuel Montero