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Te lo ricordi Franco Dani, la star dei fotoromanzi?

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Occhi verdi e uno sguar­do profondo che han­no fatto innamorare milioni di ragazze, Francesco Budani, in arte Fran­co Dani, è stato una star dei mi­tici fotoromanzi Lancio. Erano i favolosi anni Settanta, periodo in cui era famoso anche per la sua carriera di cantante.

franco dani
Franco Dani

Allora Franco Dani, apriamo l’album dei ricordi…

«Ho dei ricordi meravigliosi di tante ragazze che impazziva­no per me e mi spedivano lette­re da tutto il mondo. Avevo una vita privata non più privata, però anche tante soddisfazioni».

Come vivevi questa tua po­polarità?

«L’ho sempre vissuta bene. E ho sempre rispettato il mio pubblico, sapendo che se ero di­ventato qualcuno lo dovevo alla gente che mi seguiva».

Le tue storie d’amore inter­pretate sul set hanno avuto anche una parentesi nella vita vera?

«No, assolutamente, non ho mai avuto nessuna storia con le mie colleghe. Per loro nutrivo grande stima, ma rimanevano solo ed esclusivamente compa­gne di lavoro».

Franco Dani

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Quando hai conosciuto tua moglie eri già un attore affer­mato. Lei questa tua popolari­tà come la giudicava?

«Ho conosciuto Chris nel 1969 in una sala di registrazio­ne dove in quel periodo stava incidendo un disco. Mi è stata presentata dal maestro Gianni Mazza, siamo andati a mangia­re una pizza e non ci siamo più lasciati».

Era gelosa?

«Sì certo, però anche molto comprensiva: sapeva che quello era per me solo un lavoro e nul­la di più».

Quanti figli avete avuto?

«Ne abbiamo quattro. Il pri­mo, Francois, ha intrapreso un percorso bellissimo diventando frate francescano dell’Imma­colata e un anno fa è diventato sacerdote. Pensa, dovrei chia­marlo padre Francesco… Mi fa un certo effetto! Il secondo si chiama Nicolas e le due figlie Kathrine e Brigitte».

Da giovane ti dividevi tra recitazione e passione per la musica.

«Sì, infatti ho sempre nutrito una grande passione per le sette note. Nel 1970 ho inciso il mio primo disco, Per una donna non ho pianto mai. Nel 1973 Il vento e nel 1975 Teneramente».

Andavi forte anche come cantante?

«Si, ero sempre in giro con il mio gruppo per serate e concer­ti, tra locali, piazze, arene: ovun­que trovavo migliaia di ragazze entusiaste di vedermi dal vivo perché per loro ero solo un’im­magine fotografica. Erano tutte scalmanate e felici di potermi abbracciare perché ero un sogno che diventava realtà».

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Ti sei mai trovato in situa­zioni imbarazzanti?

«Una volta in un locale a Pia­cenza è improvvisamente anda­ta via la corrente e sono stato assalito da una folla di ragazze. Quando è tornata la luce mi sono ritrovato con i pantaloni abbassati, la camicia strappata e senza più la cinta!».

Perché hai deciso di lasciare il mondo dei fotoromanzi?

«Perché collezionavo successi con i dischi: nel ’78 Aspettami, e l’anno dopo E ti svegli con me. Nel ’81 con Piccolo amore mio ho vinto il Disco per l’estate a Saint-Vincent. Nel 1982 ho par­tecipato al Festivalbar con Dove vai e sempre con quel brano ho rappresentato l’Italia al Festival internazionale della canzone a Seul, in Corea, arrivando terzo».

Il ricordo del pubblico è sempre vivo?

«A distanza di anni, tantissi­ma gente ancora mi scrive da tutto il mondo, dimostrandomi affetto, stima e apprezzandomi come cantante».

Un sogno nel cassetto?

«Ho inciso questo nuovo cd La forza dell’amore che spero mi possa dare ancora più visibi­lità nel mondo della musica. Un titolo che mi auguro possa por­tare una nota di positività alla gente, soprattutto in un momen­to difficile come questo».

Valeria Sorli per Stop

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