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Come ti fregano le password…

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password

Maledette password. Ormai la quotidianità è ingabbiata in un insieme di lettere minuscole

e maiuscole, caratteri speciali e numeri infiniti, parole modificate e termini inventati.

Una tendenza dalla quale si sta cercando di scappare. Tra gli smartphone, per esempio, si stanno diffondendo i sensori per il riconoscimento delle impronte digitali, da usare sia per sbloccare lo schermo del telefonino che per effettuare pagamenti sul web. I big del mondo online studiano altre soluzioni alternative come pen drive o marchingegni particolari da abbinare ai propri dispositivi.

Ma al momento non c’è scampo: tocca ricordare le password ed è bene usare alcune precauzioni, sulla base del buon senso. Il problema ricorrente, infatti, è che molti non hanno la percezione di che cosa siano i propri dati sensibili nell’era del Web. Si pensa, insomma, che i pericoli digitali si limitino ai virus. Ma si tratta di un atteggiamento irresponsabile, perché ormai parte della nostra vita, volenti o nolenti, è su Internet. E senza lo scudo di una buona password si rischia di perdere tutto. Ecco allora quali passi compiere per creare le parole chiave più sicure.

LE PASSWORD PIÙ USATE E PIÙ INSICURE

Il problema principale, in effetti, è tenere a mente una parola chiave. Così c’è chi pensa di risolvere la questione con il minimo sforzo. Secondo un rapporto del produttore di software SplashData, nel 2013 la password più usata nel mondo è stata “123456”, seguita dalla sin troppo didascalica “password”. Terzo posto per “12345678”, quarto per “qwerty”, quinto per “abc123”. Scelte di questo tipo sono pericolose perché permettono ai malintenzionati di accedere facilmente a email, conti bancari, social network, documenti personali. Usare una password di quel tipo è come chiudere la porta di casa e lasciare le chiavi sotto lo zerbino.

C’È CHI NON LA CAMBIA PROPRIO MAI

E in Italia? Sembra che ci sia una scarsa attenzione sul tema, come dimostra un’indagine condotta dall’Osservatorio Cermes Bocconi-Affinion, su un campione di mille persone fra i 18 e i 75 anni. Solo il 33 per cento degli intervistati cambia frequentemente le parole chiave e appena il 37 per cento si preoccupa di sceglierne di complesse. Inoltre il 77 per cento non possiede un database protetto dei propri dati personali.

LA STESSA PASSWORD PER TUTTI I SERVIZI: CHE ERRORE!

Uno degli errori più comuni è quello di usare un’unica password per tutti i servizi. È vero che si risparmia tempo e non si hanno problemi di memorizzazione, ma è anche il modo migliore per perdere i propri dati e, di fatto, la propria identità online. Insomma, bisogna attrezzarsi ed evitare le scelte più facili e banali (e quindi meno sicure). È importante seguire alcune regole per cercare di rendere la vita difficile agli hacker.

COME CREARE LA CHIAVE MIGLIORE

La parola chiave non deve essere mai composta né da soli numeri, né da sole lettere minuscole. Soprattutto non deve essere troppo breve. Meglio dunque che sia di otto caratteri, ma se si arriva almeno a dieci è meglio. All’interno della password ci devono essere lettere sia minuscole che maiuscole. Ma non basta. Bisogna inserire anche numeri e caratteri speciali, tipo “@”, “!” e “?”.

È sufficiente? Purtroppo no. Perché è importante anche la posizione delle lettere, dei numeri e dei simboli all’interno della password. Gli “smanettoni”, infatti, conoscono la formula usata dagli utenti più accorti: prima lettera maiuscola, il numero 3 al posto della lettera “e”, il punto esclamativo (o interrogativo) alla fine, seguito da un altro numero. Evitando questo schema, si può essere ragionevolmente sicuri di avere una password efficace. Inoltre, da evitare assolutamente le password contenenti informazioni personali, come il proprio nome, quello dei propri cari, la data di nascita o la città di origine. Semaforo rosso anche per quelle che contengono riferimenti a canzoni, film, opere d’arte e sigle di organizzazioni o aziende.

COME E QUANDO CAMBIARLA. OCCHIO AL WIFI LIBERO

Una volta individuata la parola giusta, però, il lavoro non finisce certo qui. Ecco alcuni consigli stilati da Verizon, colosso americano delle telecomunicazioni. È una buona abitudine, per esempio, cambiare la password almeno una volta ogni due mesi. Meglio poi non scrivere in un documento Word tutte le parole chiave, perché potrebbero essere facilmente accessibili a chiunque. Occhio a digitarle mentre si è connessi a una rete wifi libera: la mancanza di una password nella linea Internet mette a rischio le vostre, di password.

Manfredi Lamartina per Vero

 

 

 

 

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