Panorama

La battaglia di Connie Yates per Charlie, il suo bimbo malato: “Non staccate la spina”

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Secondo i medici per il piccolo, affetto da sindrome di deperimento mitocondriale, non c’è cura e vorrebbero staccarlo dalla macchina che lo tiene in vita. L’appello della donna davanti al giudice. Su Gofundme raccolti fondi per 310mila sterline in favore della sua battaglia

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    Una storia drammatica divide l’Inghilterra e arriva fino al tribunale di Londra: quella del piccolo Charlie Gard, affetto da una rara malattia e tenuto in vita da una macchina, cui i medici vorrebbero staccare la spina – FOTO CHOC

    Le immagini del piccolo Charlie e dei genitori – FOTOGALLERY

    IL CASO – La vicenda la solleva la madre, che chiede anche l’aiuto dei media e si rivolge ai Daily Mail: il suo bimbo di sette mesi è affetto da sindrome di deperimento mitocondriale, che provoca il progressivo indebolimento dei muscoli. La malattia si è manifestata lo scorso agosto. Da allora è ricoverato al Great Ormond Street Hospital, in terapia intensiva e intubato.

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    IL RESPONSO – Secondo i medici non c’è cura e vorrebbero staccare la spina per evitargli altre sofferenze: ci sono solo 16 casi al mondo di persone che soffronto dello stesso male. I genitori però non ci stanno e si sono rivolti al giudice: “Uno dei casi più tristi che siano arrivati di fronte a questa corte” commenta il magistrato.

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    LA CAMPAGNA – Racconta Connie: “Siamo rimasti scioccati e orripilati nell’apprendere che l’ospedale ha chiesto di spegnere il supporto vitale per Charlie”. La donna, 31 anni, spiega al Daily Mail: “Charlie riesce a muovere la bocca, le mani. Non le apre del tutto, ma può aprire gli occhi e vederci, può reagire a noi. Non crediamo affatto che stia soffrendo”. Esiste la possibilità di tentare una cura sperimentale, che ha costi proibitivi: un milione di sterline. Ma in pochi giorni, sul sito Gofundme, grazie al tam tam mediatico, Connie ne ha raccolte 310mila.

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    L’OSPEDALE – L’Inghilterra è tutta dalla parte della donna. E la mamma ringrazia: “Vogliamo solo che ci sia data una possibilità. Non sarà una cura definitiva ma lo aiuterà a vivere. Se lo salverà, sarà stupefacente. Il giudice deve fidarsi di noi, siamo i suoi genitori”. Secondo i medici, purtroppo, le cose andranno diversamente: “Charlie ha una malattia molto rara e complessa per la quale non c’è una cura riconosciuta. Riteniamo di aver esaurito tutte le opzioni di trattamento disponibili. Continuiamo a sostenere i genitori in tutti i modi possibili, ma allo stesso tempo raccomandiamo ciò che riteniamo sia la cosa migliore per Charlie”.

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    Edoardo Montolli per Oggi.it

     

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    Edoardo Montolli

    Edoardo Montolli, giornalista, è autore di diversi libri inchiesta molto discussi. Due li ha dedicati alla strage di Erba: Il grande abbaglio e L’enigma di Erba. Ne Il caso Genchi (Aliberti, 2009), tuttora spesso al centro delle cronache, ha raccontato diversi retroscena su casi politici e giudiziari degli ultimi vent'anni. Dal 1991 ha lavorato con decine di testate giornalistiche. Alla fine degli anni ’90 si occupa di realtà borderline per il mensile Maxim, di cui diviene inviato fino a quando Andrea Monti lo chiama come consulente per la cronaca nera a News Settimanale. Dalla fine del 2006 alla primavera 2012 dirige la collana di libri inchiesta Yahoopolis dell’editore Aliberti, portandolo alla ribalta nazionale con diversi titoli che scalano le classifiche, da I misteri dell’agenda rossa, di Francesco Viviano e Alessandra Ziniti a Michael Jackson- troppo per una vita sola di Paolo Giovanazzi, o che vincono prestigiosi premi, come il Rosario Livatino per O mia bella madu’ndrina di Felice Manti e Antonino Monteleone. Ha pubblicato tre thriller, considerati tra i più neri dalla critica; Il Boia (Hobby & Work 2005/ Giallo Mondadori 2008), La ferocia del coniglio (Hobby & Work, 2007) e L’illusionista (Aliberti, 2010). Il suo ultimo libro è I diari di Falcone (Chiarelettere, 2018)
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