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E … se questa Juventus stesse soltanto gestendo le … situazioni da squadrone?

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Allora innanzitutto complimenti a mister Massimiliano Allegri che il modulo aperto, Europeo, inedito, d’avanguardia: vale a dire il 4-2-3-1 con, schierati contemporaneamente Cuadrado, Mandzukic (tatticamente generoso e mostruoso), Dybala (fantasista) e Higuain, col quale ha abbattuto la Lazio beh, coraggioso, chiama solo applausi. E’ replicabile questo atteggiamento?

Mah tutto è possibile fermo restando che occorrerà verificare e vedere se Cuadrado e Mandzukic, vale a dire i due elementi costretti a maggiori fatiche e sacrifici, ecco siano disposti o meno a sacrificarsi per la squadra. Pure Pjanic e Khedira in mediana dovrebbero sudare di più, ma Allegri, trainer tanto bravo quanto sottovalutato e naif, certamente sa quel che bisogna fare per percorrere tanta strada in Europa. Ergo magari qualche volta la tattica lanciata contro la Lazio sarà replicata, probabilmente a partita in corso e dinanzi a difficoltà, fermo restando che anche il 4-3-3, opportunamente provato e riproposto saprebbe regalare sorprese. No?

Rispetto alla Juve del secondo Conte e del primo Allegri tuttavia, questa Juve è una squadra non fortissima, o meglio, non perfetta, ma camaleontica, abile a cambiare vestito (almeno 5 i moduli attuabili) e, particolare non indifferente: furba a gestire (e … da qui qualche fisiologico colpo a vuoto), gestendosi, le varie situazioni agonistiche in terra italica, territorio questo ove Madama, nonostante i progressi di Roma, Napoli e Inter, resta la numero uno nel breve periodo. La Champions League? Per carità, nel Vecchio Continente tutto può succedere, ma sulla carta Real, Bayern Monaco e Barcellona, rispetto ai bianconeri parrebbero avere qualcosina in più. Non trovate?
Guai comunque a sottovalutare Max Allegri detto “Malinconia”, tecnico capacissimo, guascone, burlone, fuori dagli schemi e a tratti persino un pochino folle. Insomma, per intenderci, uno che se soltanto ci credesse sul serio e proseguisse a … osare, chissà, magari riuscirebbe a superare sé stesso.

Stefano Mauri

 

 

 

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Stefano Mauri

Stefano Mauri nato a Crema nel gennaio 1975, mese freddo e nebbioso per eccellenza. E forse anche per questo, per provare a guardare oltre la nebbia e per andare oltre le apparenze, con i suoi scritti prova a provocare, provocare per ... illuminare. Giornalista Free Lance, Sommelier, Food and Wine Lover, lettore accanito, poeta e Pierre appassionato, Stefano Mauri vive, lavora, scrive, degusta, beve e mangia un po' dappertutto. E ovunque si prefigge lo scopo di accendere se non una luce, beh almeno un lumino, che niente è come sembra, niente. Oltre a collaborazioni col mondo (il virtuale resta una buona strada, ma non è La Strada) web, Stefano Mauri, juventino postromantico e calciofilo disincantato, collabora con televisioni, radio e giornali più o meno locali. Il suo motto? Guardiamo oltre, che dietro le apparenze si cela il vero mondo.

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