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2084 – Lo zingaro

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Lo chiamavano Ricardo o Richard, a seconda dei casi. Per tutti era il Re del campo.
Brutto al limite del tollerabile, con un neo grosso come un palla da golf sul mento e un sorriso a quindici denti, era temuto e rispettato in tutto il paese.
Rumeni, francesi, viandanti e abbandonati figli di buona madre portavano rispetto a colui che da ormai un decennio sedeva sul trono dei nomadi.
Il suo campo distava una ventina di chilometri dai confini milanesi. Un centinaio di baracche, un mare di bambini che correvano ed un costante profumo speziato nell’aria.
Naturalmente la sua abitazione era ben diversa. Il Re, assieme alla moglie, una ex puttana di colore dalle origini ignote, ed ai sette figli, si era ben accampato in un camper/reggia addobbato come una villa di Beverly Hills.
La sua vita era un dolce “far niente”. I proventi dei furti avevano arricchito la sua comunità. Gli avevano garantito un’esistenza di benessere e agio, in culo alle istituzioni.
Un pomeriggio sul tardi, poco prima del tramonto, comparve alla sua porta uno delle guardie all’ingresso del campo.
C’è un tale che deve parlare con te, Ricardo” disse.
Il Re staccò gli occhi dal televisore ultimo modello da 310 corone e assunse la sua tipica espressione seccata.
Sono le sei.”
La guardia sembrò comprendere l’obiezione ma non si arrese.
E’ in giacca e cravatta” aggiunse.
Ricardo valutò per un attimo, poi sbuffò e spense la TV con il telecomando.
Fallo entrare” disse infine “Ma digli di pulirsi i piedi, prima.”

Il tale si presentò come Bernardo Chissenefrega e tirò fuori dalla valigetta un’ infinità di fogli stampati, piantine e progetti vari.
Il Re lo etichettò subito come fastidio.
Avremmo il benestare del comune” concluse affannato il tizio esibendo un bel sorriso professionale.
Ricardo si grattò la spalla coperta da un pigiama di seta nera e finse uno sbadiglio.
Non siamo disposti a trattare” disse semplicemente.
Il tizio parve stupito. Quasi perplesso.
Non… Non credo ci sia in ballo una trattativa” provò a dire “La legge parla chiaro. Temo che non possiate…”
Vede, signor Bernardo” lo interruppe il Re posandogli una mano sul ginocchio firmato “Forse lei non si è ancora reso conto di dove si trova. Questa non è terra del comune, non è una cosiddetta terra di nessuno né un futuro centro commerciale per i suo padroni. Questo è il Ricardo Hotel. Lei ha dimostrato coraggio nel venire a parlare, anzi trattare, con me ma, se mi permette, ha sbagliato ogni cosa.
Fece una pausa per versarsi un bicchiere di rosso interrompendo ogni possibile intervento di Bernardo con un eloquente gesto della mano.
Quindi io le offro una possibilità” riprese “Richiudere la sua valigetta con dentro le sue piantine ed il suo coraggio e togliere il disturbo.”
Oppure?”
Il Re non parve sorpreso dalla domanda. Probabilmente non aveva sopravvalutato l’ospite.
Nessun eppure” spiegò calmo “Il mio non era un consiglio.”
I lineamenti del suo volto s’indurirono.
Era un ordine.”
Bernardo Chissenefrega, doppia laurea in economia e legge, decise di non aggiungere altro. Si alzò, riempì la sua valigetta di ogni suo inutile contenuto e tese la mano amichevolmente.
Ricardo gliela strinse e poi fece un fischio.
Accompagna il signore all’uscita” disse alla guardia presentatasi alla porta del camper/reggia .
“Senza fargli male” aggiunse.
Bernardo, fermo per un istante, fece un sospiro più felice che rassegnato.

 

(Tratto da 2084 – Qualcosa in cui credere)

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Alex Rebatto

Alex Rebatto, classe 1979. Ha collaborato nei limiti della legalità con Renato Vallanzasca ed è stato coautore del romanzo biografico “Francis”, sulle gesta del boss della malavita Francis Turatello (Milieu editore), giunto alla quarta ristampa. Ha pubblicato il romanzo “Nonostante Tutto” che ha scalato per mesi le classifiche Amazon. Per Algama ha pubblicato il noir "2084- Qualcosa in cui credere"

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