(Paolo Brera)
Ci dev’essere qualcosa, nell’esercizio del potere politico, che porta al cretinismo. Non è semplicemente che gli stupidi votano i cretini, è che il migliore dei candidati finisce sovente per diventare il più stupido dei governanti – e commette errori evitabili che hanno conseguenze inevitabili, e disastrose. Gli ultimi esempi riguardano l’economia di due Paesi emergenti: l’India e il Venezuela – i cui leader hanno cercato di limitare la circolazione della moneta cartacea al fine, a quanto dicevano, di combattere la criminalità e l’economia sommersa (e nel caso dell’India, la moneta falsa stampata in Pakistan).
Il caso indiano è quello più ficcante. Il primo ministro Narendra Modi, considerato un grande amico degli imprenditori, ha messo fuori legge le banconote da 500 e 1000 rupie (6,90 e 13,80 euro) l’86% del denaro in circolazione. Da un momento all’altro il sistema produttivo è piombato nel caos. La maggior parte degli indiani opera solo con il contante: senza banconote (quelle di taglio inferiore non erano state stampate in quantità sufficiente) i contadini non possono dare lavoro ai braccianti, i piccoli negozianti non hanno modo di pagare la merce e quindi non la ordinano, e centinaia di milioni di persone hanno già perso ore e ore in coda davanti agli sportelli delle banche o ai bancomat, spesso senza risultato. La mancanza di denaro sta perfino minacciando le semine invernali. L’India si è trasformata da Paese di punta della crescita mondiale a Paese in netta frenata. Goldman Sachs ha tagliato le previsioni di crescita per quest’anno dal 7,9 al 6,8%.
Risultati su criminalità, sommerso e banconote false? Pochi. Mentre una persona comune subisce tutto l’impatto delle misure, i ricchi e i criminali, più esperti, riescono spesso a sottrarsi. È quanto rivela anche il caso venezuelano, oggi ai primi passi. Qui è stato preso di mira il taglio da 100 bolívar, con un intervallo di tempo di sole 72 ore per ottenere in cambio banconote di altri tagli. Lo scopo: non dare il tempo alle gang della droga di rimpatriare il denaro per cambiarlo. Come al solito, ci sta andando di mezzo la gente comune.
Di combattere le gang con un crash del cash si sente parlare anche in Italia, non proprio con queste precise parole perché perfino il gergo dei politici ed economisti da talkshow non arriva a questi estremi di anglofilia. Speriamo che l’esempio dei cretini di India e Venezuela induca i nostri, di cretini, a più miti propositi.
Paolo Brera
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