Quindi due squadre italiane, meritatamente sono approdate agli ottavi di Champions League. Un passaggio di turno diverso, diversificato e vario appunto in base alle potenzialità delle due squadre italiche in auge nell’Europa che conta.
Il football europeo, a questo Napoli plasmato da Sarri, grazie anche alla cabina di regia del super baby playmaker Rock
Diawara (l’ex del Bologna avrebbe fatto comodo assai alla Juve) calza praticamente a pennello.
Veloce, bello da vedersi, apparenza sostanziosa da vendere, geometrico, tecnico:
eccole le caratteristiche principali del Napule di Champions allenato da Maurizio Sarri. Udite, udite: qualora trovasse un pochino di sana, matura continuità, ecco allora il team partenopeo potrebbe recitare veramente il ruolo della mina vagante nel Vecchio Continente nel pallone. Senza dimenticare che a febbraio tornerà l’infortunato Milik e dal calciomercato, magari (Pavoletti?) a gennaio arriveranno novità. No?
Se il Napoli ha calciatori che fanno giuoco, poesia e apparenza (in tal senso ha ragione l’immenso Mario Sconcerti del Corriere della Sera), indubbiamente la Juventus ha giocatori che fanno sostanza e prosa, ma per alzare l’asticella in quella che una volta si chiamava Coppa Campioni, competizione maledetta per la Madame Bianconera sabauda, Marotta e Paratici, in questa fase del calciomercato di riparazione dovranno consegnare a mister Allegri, costi quel che costi, un centrocampista che sappia coniugare qualità e quantità. Witsel? Non è un super eroe, ma aspettando l’estate (e i possibili colpacci Gagliardini, Kessie e Varratti o N’Zonzi?) alla causa gioverebbe. Che ne pensate?
Ciò detto la Champions League adesso cambia faccia e diventa una lotteria speciale. Servirà anche culo, ma chi saprà far girare la palla, attaccare spazi ed avversari e segnare… arriverà lontano.
Stefano Mauri