Viaggio nella dittatura politicamente corretta del telecomando e del grande schermo. Ecco come le serie tv da Happy Days a Friends hanno condizionato la cultura americana e occidentale, orientandole verso i temi cari ai Liberal.
Che l’industria cinematografica sia progressista è un fatto storico, ma mai come in questo periodo i protagonisti hanno rivendicato e professato, anche attraverso le sceneggiature dei film, la loro avversione verso Trump e gli ideali repubblicani. Eppure le serie tv da Happy Days a Friends hanno condizionato la cultura americana e occidentale, orientandole verso i temi cari ai Liberal.
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L’AUTORE
Maurizio Acerbi è, da anni, il critico cinematografico de il Giornale, per il quale lavora dal 1987. Oltre che la tradizionale pagina settimanale delle recensioni dei film in uscita, cura anche la ventennale rubrica Box Office e il blog Acerbi e Maturi. Per la collana Fuori dal Coro ha pubblicato Come sopravvivere al cinema di sinistra e Italiani che odiano l’italiano. Per il Giornale, ha pubblicato la serie, di undici puntate, Ciak si muore, sugli amori tormentati dei divi del passato.