Allora, tanto tuonò che piovve sulle sponde cinesi – nerazzurre del Naviglio di Milano. Sì perché alla fine, terminato il casting, dalle urne è spuntato il nome di Stefano Pioli (vale a dire il favorito della prima ora), quarto tecnico stagionale, dopo Mancini, De Boer e il breve, fisiologico interregno Vecchi.
E … toccherà dunque proprio a lui, aspettando probabilmente Simeone, almeno fino a giugno poi si vedrà, guidare l’Inter (la rosa c’è) quantomeno al terzo posto. O almeno provarci.
Può essere l’ex allenatore della Lazio, attento conoscitore del football italico, il professionista adatto a condurre in salavo la costosa scialuppa nerazzurra?
Beh Pioli, (non è però un coach carismatico) normalizzatore provetto, cultore della sana normalità sa il fatto suo e conosce la materia, ma la situazione è problematica e (adesso) la società deve strutturarsi per supportare degnamente e difendere, la posizione del nuovo trainer. Altrimenti tutto sarà inutile.
E questo è poco, ma sicuro. Ribadiamo un concetto: un uomo con le palle e grande conoscitore dell’Inter, per intenderci una personalità del calibro di Riccardo Ferri nel ruolo di club manager, ecco alla causa non guasterebbe. Che un collante (e controllore) tra spogliatoio e management male non farebbe. Il resto comunque tocca al gruppo Suning creando al più presto una struttura societaria snella, pragmatica, operativa, presente, decisionista e … da Internazionale.
A proposito, Pioli è una scelta del direttore sportivo, esponente della cosiddetta fazione italica, Ausilio, direttore sportivo in cerca di conferma e conferme che, vincendo la ritrosia del consulente particolare Kia, di scelta sua ha potuto scegliere. Ergo con Pioli pure Ausilio si gioca parecchio. Non trovate?
Stefano Mauri