Michelangelo Rampulla, presidente senza portafoglio, nel senso che le palanche le mette il generoso patron mecenate Giovanni Arvedi, della Cremonese, nei giorni scorsi, scelta in un certo senso epocale, ha deciso di chiudere la scuola calcio grigiorossa. D’ora in avanti, la Cremo, per forgiare in casa i talenti, quei virgulti promettenti che un domani potrebbero divenire veri calciatori, ecco si appoggerà a società satelliti sul territorio riattivando, creando e rinfrescando appunto contatti, rapporti, strategie e sinergie.
Vecchia gloria di una Cremona calcistica ormai anacronistica e, calciofilo in orbita juventina per trascorsi e tradizione, Rampulla, arrivato nella capitale del Torrone qualche mese fa, con il direttore generale Giammarioli e l’allenatore (fatica forse a calarsi nella parte?) Tesser compone la Triade, avvallata da Arvedi in persona, sulla quale città, tifosi, ambiente e proprietà puntano assai per riassaporare i sapori di una serie B ormai assopiti e quasi dimenticati.
E sul campo, la compagine guidata da Tesser, tutto sommato sin qui male non ha fatto, anche se deve assolutamente correggere il seguente difetto: prende troppi gol. Ergo avanti tutta e pedalare a testa bassa, che se a dicembre la Cremonese sarà vicina alla vetta, allora l’uomo mercato Giammarioli saprà approdare le giuste correzioni al gruppo per sistemare le cose.
Stefano Mauri