Marcello Ghiringhelli è un ergastolano che ha scelto una forma di rinascita classica per un detenuto: la narrativa. Carcerati romanzieri se ne contano parecchi, e viene spontaneo citare Silvio Pellico, col suo celeberrimo “Le mie prigioni”, ed Henry Carriere, autore dell’altrettanto famoso “Papillon”.
Di solito i detenuti scrittori fanno, come i due citati, dell’esperienza in carcere materia delle loro storie, scrivendone quando sono tornati in libertà.
Marcello Ghiringhelli, in controtendenza, non solo ha composto il suo “L’altra faccia della luna”, appena uscito in formato ebook per Algama, da galeotto (non avrebbe avuto scelta, vista la pena a vita) ma nel libro della sua reclusione non parla affatto.
Naturalmente la storia, un notevole spy-thriller ambientato in una Parigi invernale e cupa dei primi anni 90 del secolo scorso, parla molto di lui, finito in galera dopo due esperienze assai “toste”: come legionario, e poi come brigatista rosso.
Il passato di Ghiringhelli traspare dalla competenza con cui tratta di armi e tecniche di combattimento, e dalla vivezza con cui descrive le scene d’azione, sia che si tratti di scontri a fuoco, all’arma bianca o a mani nude. Interessanti anche i risvolti tecnologici, tutti credibilissimi.
Da una ex testa di cuoio ed ex terrorista, non ci sarebbe stato da aspettarsi di meno.
Ma, alla fine, in questa sorprendente opera prima, colpiscono due aspetti.
Primo: il personaggio dominante, un sicario spietato ed efficiente che ricorda lo Sciacallo di Frederich Forsyth, solo che è psicologicamente più complesso e tormentato di quest’ultimo, e raggiunge la grandezza perversa di certi criminali, vittime della loro personalità deviata, tipici della narrativa di Andrew Klavan.
Secondo: la cornice complottistico-spionistica, suggerita e poi svelata con conoscenza, unita a sincera riprovazione, dei meccanismi della realpolitik e della spartizione mondiale delle influenze.
Ecco: nella crudezza amara con cui Ghiringhelli tratteggia un mondo dominato da interessi politici e capitalistici cinicamente intrecciati, viene fuori l’ispirazione giacobina del brigatista che, senza la giustificazione della violenza a fini ideali, potrebbe essere, nel suo idealismo manicheo, persino produttiva.
Rimane comunque, giunti all’ultima pagina, il piacere di una cavalcata trascinante attraverso la “ville lumiere” trasformata in sanguinoso campo di battaglia manovrato da forze oscure.
Rino Casazza
L’altra faccia della luna, il thriller di Marcello Ghiringhelli, per Kindle – GUARDA
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