Cosa serve a quest’Inter tecnicamente, grazie a una rosa sì, da limare e sistemare (urge un playmaker), ma tutto sommato, comunque valida?
Innanzitutto sarebbe buona cosa piazzare alla presidenza un simbolo nerazzurro, un personaggio, per esempio del calibro di Zanetti, dandogli pieni poteri di rappresentanza e soprattutto affidandogli l’incarico di interagire con,e, tra un direttore generale italiano da nominare, per capirci uno alla Baldini o alla Capello e, col (e tra) il direttore sportivo pragmatico Ausilio, che merita la conferma.
Ciò detto, un Team (o Club fate voi) Manager, beh farebbe al caso di quest’Internazionale che deve ritrovare sé stessa e sì, uno come Riccardo Ferri (Bandiera Interista che ha fatto la storia del football italico e di quello dell’Ambrosiana e meriterebbe maggior considerazione, ndr), cioè un simbolo in grado di far capire all’Icardi (meglio se ne vada magari per far posto a uno come Bacca o Mandzukic) di turno come ci si deve comportare negli spogliatoio di San Siro e della Pinetina. Perché l’Inter è l’Inter e … essere interisti è una vocazione densa da vivere pienamente.
In panchina? Aspettando tempi migliori e in attesa di un top coach quale Simeone, ecco, dato che ormai il “regno” Roberto Mancini(altrimenti gli si rinnovi il contratto evitando di considerarlo un traghettatore) volge al termine, beh arruolare un professionista dalla seguente rosa di nomination: Prandelli, Blanc, Zenga potrebbe fare al caso della nuova proprietà cinese in fase d’assestamento.
Già la nuova proprietà. Suning sa il fatto suo e non ha bisogno di consigli, ma deve iniziare a calarsi nella parte con passione nerazzurra sfrenata e appassionata. Anche e soprattutto per questo, coinvolgere maggiormente Zanetti, arruolare gente meravigliosa alla Ferri o alla Zenga, aiuterebbe l’uomo d’affari orientale a capire, in fretta e appieno, cos’è l’Inter.
Stefano Mauri