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C’era una volta il football champagne a Milano: Inter e Milan dove siete?

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Mentre la Juventus, tra un botto e l’altro di calciomercato, diviene sempre più JuvEntusiasmante (ma sarà davvero così?). Mentre il Napule dell’incavolato e nervoso De Laurentiis incassa tanto e pensa come sostituire i suoi pezzi da novanta che se ne vanno o chiedono di andarsene. Mentre la Roma si affida a Spalletti e studia da grande.

Mentre il Sassuolo lavora sodo in silenzio e pensa positivo. Insomma, mentre tutto scorre, Inter e Milan, coi nerazzurri che, nonostante tutto, ecco se la passano forse meglio dei cugini, sono … fermi.

E il loro passo lento è di quelli che fanno un rumore assordante che il football italico, per pensare positivo, avrebbe bisogno di rossoneri e nerazzurri al 100%. No?

La situazione del sodalizio, per il momento (ma fino a quando?) ancora di Silvio Berlusconi, col misterioso Mister Bee che vorrebbe ripresentare un’offerta, coi cinesi che rimandano la firma a Ferragosto, semplicemente è tanto paradossale,quanto magmatica.

Per fare acquisti, per allestire una rosa competitiva da affidare al nuovo trainer Montella, Adriano Galliani deve vendere. In caso contrario la campagna acquisti sarà improntata al risparmio.

L’Inter? La grana Mancini, con l’allenatore fashion patinato separato in casa andrebbe affrontata subito con l’esonero del Mancio, ma il nuovo management ambrosiano, troppo staccato, etereo e lontano, per diradare la nebbia, gradirebbe fosse l’ex mister del City a fare le valigie. Ergo probabilmente si proseguirà a navigare a vista in attesa di trovare una via d’uscita, o meglio, una buonuscita da dare al pupillo dell’ex patron Moratti, in modo da tesserare poi subito uno tra De Boer e Prandelli e ripartire con la new entry.

Leonardo? Servirebbe soprattutto, e sarebbe il top, nel ruolo di general manager – referente degli imprenditori Made in Cina con interessi calcistici a Milano, ma costa tanto, per non dire troppo. Ciò detto, mai dire mai tuttavia.

Stefano Mauri

 

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Stefano Mauri

Stefano Mauri nato a Crema nel gennaio 1975, mese freddo e nebbioso per eccellenza. E forse anche per questo, per provare a guardare oltre la nebbia e per andare oltre le apparenze, con i suoi scritti prova a provocare, provocare per ... illuminare. Giornalista Free Lance, Sommelier, Food and Wine Lover, lettore accanito, poeta e Pierre appassionato, Stefano Mauri vive, lavora, scrive, degusta, beve e mangia un po' dappertutto. E ovunque si prefigge lo scopo di accendere se non una luce, beh almeno un lumino, che niente è come sembra, niente. Oltre a collaborazioni col mondo (il virtuale resta una buona strada, ma non è La Strada) web, Stefano Mauri, juventino postromantico e calciofilo disincantato, collabora con televisioni, radio e giornali più o meno locali. Il suo motto? Guardiamo oltre, che dietro le apparenze si cela il vero mondo.

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