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La Francia di Deschamps, con Griezmann goleador, favorita sul Portogallo

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Per aver giocato, vinto e allenato con e la Juventus, Didier Deschamps, commissario tecnico della Francia (sino al 2018), ecco il calcio italiano, o meglio, il football all’italiana, schema evergreen sempre di moda fatto di ripartenze intelligenti e contropiedi produttivi, beh lo conosce assai bene.

Ergo, se la sua nazionale, essenzialmente gioca così, lasciando agli altri il possesso palla (utopia fashion del calcio postmoderno, la storiella di elogiare, la squadra che, vanta la cosiddetta percentuale di possesso palla più alta al termine del match, ndr) e colpendo, di rimessa, grazie all’attaccante fenomenale Griezmann, a una punta vera quale Giroud, a centrocampisti del calibro di Pogba, Sissoko, Payet e Matudi, per poi difendersi ermeticamente con elementi quali Evra, il portiere Lloris, Sagna e Umtiti, beh la finalissima conquistata dai Blues ad Euro 2016 è un traguardo logico sicuramente meritato.

I francesi sfideranno il Portogallo, finalista fortunato e sorprendente domenica sera, alle ore 21, allo stadio Saint – Denis, sulla carta sembrano i grandi favoriti, le due precedenti finali, ottenute nel corso della loro storia gloriosa, del resto le hanno vinte con piglio, Griezmann arriva da capocannoniere e vuole portarsi a casa pure il titolo del calciatore migliore visto a quest’Europeo, ma Cristiano Ronaldo, stella lusitana finalmente in gran spolvero, vedrete che la pelle la venderà cara.

Siamo quindi alla vigilia di una finalissima vera, difficile prevedere quali pieghe prenderà la nobile contesa, ma questa Francia (più forte gioca all’italiana meglio dell’Italia) ha un qualcosina in più. Ciò detto i portoghesi, reduci da una valanga di delusioni e promesse mai mantenute, o vincono stavolta, oppure difficilmente lo faranno in un prossimo futuro. Sì a grandi linee, l’epilogo dell’Europeo ’16 ricorda la finale di Champions 2015 tra Barcellona e Juventus. Solo che i Deschamps Boys che giocano come la Juventus dovrebbe o vorrebbe, ecco non avranno di fronte una corazzata, ma una compagine, comunque preparata, ma abbordabile.E pur giocando di rimessa, snobbando il possesso fine a sé stesso, paradossalmente somigliano al Barcellona del 2015. No?

Stefano Mauri

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Stefano Mauri

Stefano Mauri nato a Crema nel gennaio 1975, mese freddo e nebbioso per eccellenza. E forse anche per questo, per provare a guardare oltre la nebbia e per andare oltre le apparenze, con i suoi scritti prova a provocare, provocare per ... illuminare. Giornalista Free Lance, Sommelier, Food and Wine Lover, lettore accanito, poeta e Pierre appassionato, Stefano Mauri vive, lavora, scrive, degusta, beve e mangia un po' dappertutto. E ovunque si prefigge lo scopo di accendere se non una luce, beh almeno un lumino, che niente è come sembra, niente. Oltre a collaborazioni col mondo (il virtuale resta una buona strada, ma non è La Strada) web, Stefano Mauri, juventino postromantico e calciofilo disincantato, collabora con televisioni, radio e giornali più o meno locali. Il suo motto? Guardiamo oltre, che dietro le apparenze si cela il vero mondo.

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