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Verona e il Vinitaly luce che illumina l’Italia nel mondo di … vino. Davide Lazzari, faro del Montenetto per Forbes

L'edizione 2025 dell'Expo veronese: petrolio italiano? Un successo che fa guardare avanti con ottimismo

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Numeri di tutto rispetto per il Vinitaly 2025. L’edizione 57, inevitabilmente condizionata dal tema dei dazi sul vino italiano ed europeo negli Usa, ha registrato 97mila presenze totali nei padiglioni di Veronafiere, in aumento del 7 per cento, con un 33% di operatori stranieri, vale a dire oltre 32mila e provenienti da più di 130 nazioni. Ma tra i padiglioni dell’Expo veronese: evento unico al mondo e, prezioso per l’economia dell’Italia, al netto del rinvio delle imposte volute da Trump a metà luglio, si respirava comunque ottimismo, in chiave futura e in prospettiva delle trattive che inevitabilmente arriveranno. Ah… pure l’evento Vinitaly and the City, celebrato nel centro di Verona, ha superato 50mila tagliandi, ovvero lo stesso numero di un anno fa ma con una giornata in meno di programmazione. “Edizione di successo” ha commentato il presidente di Veronafiere, Federico Bricolocon la città che si è riaffermata come capitale europea del vino, grazie alla partecipazione dei commissari europei e dei ministri italiani. Quella che si è conclusa è stata un’edizione di successo, in cui il mondo del vino italiano ha saputo esprimere unità e capacità di reazione, anche di fronte alle difficoltà iniziali legate all’introduzione dei dazi USA”.

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Chapeau, nel frattempo, al bravissimo Davide Lazzari, uno degli otto migliori giovani bresciani produttori vinicoli d’Italia. A certificarlo, durante Vinitaly 2025, Forbes, il magazine Statunitense, edito anche in Italia, con vari contenuti: dalla  finanza all’industria, dagli investimenti al marketing, dall’economia alla tecnologia, alla comunicazione così come scienza, politica e legge. Ebbene, quelli di Forbes, giustamente hanno premiato il produttore del Montenetto; da quelle parti della Bassa Bresciana, Davide, produce con la propria famiglia ottimo vino di Capriano del Colle Doc, una delle denominazioni poco conosciute nel panorama vinicolo italiano, ma meritevole della massima attenzione per l’ottima qualità dei vini prodotti. E l’Azienda Agricola Lazzari, non è nuova ai riconoscimenti: prima il premio Angelo Betti del Vinitaly come miglior vignaiolo di Regione Lombardia 2023, poi tre volte consecutive i Tre Bicchieri del Gambero Rosso sulle edizioni 2023, 2024, 2025. La rivoluzione, o meglio, la scoperta (o riscoperta) di Capriano del Colle passa dai viticultori come Davide Lazzari, laureato in economia all’Università degli Studi di Brescia. Questo, il suo commento, al riconoscimento, affidato ai media bresciani: “Il vino ha due effetti straordinari: Il primo è quello di condensare una infinità di fattori territoriali, culturali, storici e climatici in un solo prodotto, permettendo alle persone di esplorare luoghi diversi senza spostarsi, ma solo quando noi produttori siamo ligi al rispetto della materia prima. Il secondo effetto è quello di permettere ai territori di sopravvivere e svilupparsi. La cosa più bella di questi anni è stata vedere il cambiamento sociale, territoriale e culturale di Capriano del Colle avvenuto anche grazie a una diversa coscienza enologica dei produttori e dei cittadini. Quello che mi rende più fiero nel ricevere il premio Best Under 40 di Forbes è proprio quello di poterlo portare a Capriano del Colle, ai suoi cittadini e alla mia famiglia. Per inseguire il sogno di dare dignità, riconoscibilità e ammirazione da parte del pubblico alla DOC Capriano del Colle e ai vini prodotti nel territorio del Montenetto”.

Stefano Mauri

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Stefano Mauri

Stefano Mauri nato a Crema nel gennaio 1975, mese freddo e nebbioso per eccellenza. E forse anche per questo, per provare a guardare oltre la nebbia e per andare oltre le apparenze, con i suoi scritti prova a provocare, provocare per ... illuminare. Giornalista Free Lance, Sommelier, Food and Wine Lover, lettore accanito, poeta e Pierre appassionato, Stefano Mauri vive, lavora, scrive, degusta, beve e mangia un po' dappertutto. E ovunque si prefigge lo scopo di accendere se non una luce, beh almeno un lumino, che niente è come sembra, niente. Oltre a collaborazioni col mondo (il virtuale resta una buona strada, ma non è La Strada) web, Stefano Mauri, juventino postromantico e calciofilo disincantato, collabora con televisioni, radio e giornali più o meno locali. Il suo motto? Guardiamo oltre, che dietro le apparenze si cela il vero mondo.

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