
Una eliminazione cocente davanti ai propri tifosi e contro un Empoli
che in campionato sarebbe, allo stato attuale, tra le tre retrocesse in Serie B: questo, come giustamente ha riportato Tuttosport, il riassunto della notte della Juve, uscita ai quarti di Coppa Italia tra i fischi dello Stadium. Al termine della gara, il portiere Mattia Perin a parlare davanti ai microfoni di Mediaset: “Abbiamo fatto un primo tempo per il quale proviamo vergogna. Non siamo stati bravi a capire l’importanza della partita perché c’era una Coppa Italia da difendere e una semifinale contro il Bologna da raggiungere. Un sentimento duro da sopportare. Dobbiamo farci un grande esame di coscienza, la responsabilità è condivisa tra tutti, faccio difficoltà a trovare le parole ma c’è grande delusione e tristezza per l’epilogo di oggi. Se avessimo giocato il primo tempo come il secondo non saremmo arrivati ai rigori. Non basta quello che stiamo dando.
Da Eindhoven ad oggi, anche se in campionato abbiamo fatto quattro vittorie consecutive, non basta. Parliamo tra di noi, ma dobbiamo anche guardarci allo specchio e capire cosa non sto andando. Non è ammissibile non passare i quarti in casa, con tutto il rispetto per l’Empoli. Ci prendiamo le critiche, i fischi. Non credo manchi una leadership. Forse eravamo troppo carichi, non lo so. Non è un problema tecnico e non credo che abbiamo sottovalutato la partita perché sarebbe ancora più grave, perché non ti rendi conto di quanto sia importante andare a giocare una semifinale. Per entrare nella storia della Juve non conta il numero delle partite che hai giocato, ma hai una sola strada che è quella dei trofei. In questo momento non siamo all’altezza. Spero che la delusione di stasera tiri fuori qualcosa in più. Il 100% non basta, dobbiamo dare il 110 o il 120. Non siamo stati al livello di questa maglia e questa società. Nello spogliatoio siamo consapevoli di questo. Ora abbiamo capito il problema, ma dobbiamo trovare la soluzione”. Chapeau a Perin che ci ha messo faccia e cuore. Jìuventus, così non va. Perchè la società non parla come faceva l’ex presidente Andrea Agnelli, a che punto è la notte bianconera?
Stefano Mauri