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I motti più famosi del mondo del calcio

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Chi pensa che il calcio sia solo il più popolare degli sport si sbaglia. Per molti il gioco del pallone è anche folklore e persino cultura. Intorno a questa disciplina non si muovono soltanto aziende multimilionarie, ma anche i sentimenti di intere generazioni di tifosi che grazie alle imprese delle loro squadre del cuore sul rettangolo verde riescono ad esprimere un senso di appartenenza. Anche per questo motivo alcuni personaggi storici del mondo del calcio vengono ricordati oggi in virtù di qualche massima che è rimasta impressa nella mente degli amanti dello sport. Alcune frasi sono diventate dei veri e propri motti, dei mantra che secondo i tifosi incarnano degnamente in poche parole lo spirito che li anima.

Impossibile non citare in primis la Juventus, la squadra più scudettata del calcio italiano. Anche quando non attraversano periodi brillantissimi, i bianconeri sono costantemente tenuti in considerazione dagli addetti ai lavori, nonché dalle quote sul vincente del campionato di Serie A. Per i supporter della Vecchia Signora c’è in particolare un’espressione dell’ex presidente Giampiero Boniperti che ricorre volentieri ancora oggi: “Vincere non è importante: è l’unica cosa che conta”, a testimonianza non solo dell’accentuato agonismo della Juve, ma anche dello strapotere che gli stessi bianconeri si sono ritrovati spesso a vantare su ogni avversaria, quantomeno all’interno dei confini nazionali.

“Saremo una squadra di diavoli. I nostri colori saranno il rosso come il fuoco e il nero come la paura che incuteremo agli avversari!”. Con questa frase invece Herbert Kilpin fondò il Milan nel lontano 16 dicembre del 1899. Un motto che i tifosi rossoneri conoscono bene, tanto che il soprannome della squadra meneghina è proprio il “Diavolo”. Una frase profetica, considerando che per anni il Milan è stata la formazione più vincente in Europa, prima di essere superata dal Real Madrid, che ormai conta in bacheca più del doppio delle Coppe dei Campioni/Champions League vinte dai lombardi.

Molti altri slogan sono ancora popolari ai giorni nostri, sebbene non tutti ne conoscano con precisione le origini. Ad esempio, “Lo squadrone che tremare il mondo fa” è nato con il Bologna campione d’Italia della stagione 1963/1964. Solo 4 anni più tardi sarebbe stato coniato invece il motto “Mes que un club” del Barcellona, in riferimento all’eterna lotta indipendentista dei catalani. Tante altre frasi sono note a livello internazionale. “Il calcio è un gioco semplice: 22 uomini rincorrono un pallone per 90 minuti, e alla fine la Germania vince”, disse una volta l’ex calciatore inglese Gary Lineker. “Gli italiani perdono le partite di calcio come fossero guerre e le guerre come fossero partite di calcio” è invece una massima che appartiene addirittura a Winston Churchill.

Non sempre sono state però eccelse personalità di spicco a pronunciare parole che sarebbero divenute memorabili. Vujadin Boškov è venuto a mancare nel 2014 lasciando in eredità non solo il ricordo della sua lunga carriera da allenatore, per quanto poco fruttifera a livello internazionale, ma anche alcune espressioni che sono tra le più conosciute nel mondo del calcio, su tutte “Rigore è quando arbitro fischia” e “Meglio perdere una partita 6-0 che sei partite”, che in epoca contemporanea vengono abusate soprattutto sui social. Di motti sul calcio se ne possono trovare oggi a decine se non a centinaia, ma i più significativi sono forse quelli di Franz Beckenbauer e Bill Shankly. Secondo il Kaiser “Il calcio è uno dei mezzi di comunicazione migliori al mondo: è imparziale, apolitico e universale”, mentre lo scozzese espresse un concetto ancora più estremo: “Alcuni credono che il calcio sia una questione di vita o di morte. Non sono d’accordo. Il calcio è molto, molto di più”.

 

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