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Leonardo Bonucci: “Io e Massimiliano Allegri ci siamo attaccati e ci hanno divisi nello spogliatoio”

L'ex difensore della Juventus torna a parlare dei suoi trascorsi bianconeri

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L’ex difensore bianconero Leonardo Bonucci, oggi assistente allenatore, ha rilasciato un’intervista a Prime Video nel corso della quale ha ripercorso alcuni episodi del suo passato da giocatore alla Juventus. Bonucci è tornato sulle discussioni con Massimiliano Allegri e sulla celebre esclusione con tribuna punitiva su uno sgabello contro il Porto in Champions League: “Nella partita prima Marchisio era morto dopo un’ora e io gli dico di farsi cambiare. Lui non voleva, faccio segno ad Allegri di togliere l’8 (il numero di Marchisio, ndr), dopo 5 minuti cambia Sturaro con Rincon. Io gli faccio gesti e lui mi ha mandato a fanculo, mi ha detto di pensare a fare il giocatore e qualcosa come che sono un coglione.

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Ci sono i filmati. A fine partita Landucci prova a fermarmi, io lo sbatto contro la porta dello spogliatoio. Ci siamo attaccati, finché non ci hanno divisi: poi gli ho detto che non aveva capito cosa volevo dire, lui si è riscaldato di nuovo, mi hanno riportato fuori e lì è finita. Ma mi voleva fuori rosa… La dirigenza ha mediato. Ho saltato il Porto e poi ho ripreso a giocare, ma qualcosa si era rotto. Nella mediazione mi dicono che sono importante e che Allegri è in scadenza ma prima della finale di Cardiff gli rinnovano il contratto. Che era anche giusto, per carità, poi però esce fuori che ho fatto casino nello spogliatoio di Cardiff.

allegri juve

Chiamo il direttore per chiedergli se fosse il caso di smentire, risponde che la società non doveva dire niente. A fine giugno, mi chiama il procuratore e mi dice che c’era questa possibilità. Alla Juve dopo la finale di Cardiff si era rotto qualcosa. Io e la Juve parliamo e diciamo che le strade si devono separare e spunta il Milan. Sarei stato il simbolo della rinascita, con la fascia da capitano. Spostare gli equilibri? Non è una roba mia, io me la sono tenuta, ma era del mio addetto stampa. Voleva dire, aiutare il Milan a tornare vincente, per me quello che faceva la Juve non interessava e pensavo a me stesso. Ho vissuto talmente male quello che mi era stato fatto che ho pensato solo al mio bene. Pentito di aver lasciato la Juve? In quel momento fai scelte in base alle condizioni che stai vivendo. L’anno prima la società mi disse: non ti vendiamo nemmeno per 100 milioni. Poi mi hanno venduto al Milan per 42 milioni e c’era dentro anche De Sciglio, mi hanno venduto per 30 milioni. Non è che volessero tenermi a tutti i costi”. Col portiere Wojciech Szczesny ha condiviso parecchie partite Leo, l’attuale estremo difensore del Barcellona ha raccontato di come lui e De Ligt si mettessero le cuffie quando Bonucci parlava allo spogliatoio: “Ci sono rimasto male, parlavo per il bene della squadra. E quando lo facevo lui non c’era, era chiuso in bagno e non vi dico a fare cosa, ma ne ha parlato pure lui. Ha tirato in mezzo De Ligt, ma avevamo un ottimo rapporto. Era nel momento di abbandono e rientro nel calcio, magari era confuso. Sono rimasto sorpreso dalla cazzata che ha detto”.

Stefano Mauri

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Stefano Mauri

Stefano Mauri nato a Crema nel gennaio 1975, mese freddo e nebbioso per eccellenza. E forse anche per questo, per provare a guardare oltre la nebbia e per andare oltre le apparenze, con i suoi scritti prova a provocare, provocare per ... illuminare. Giornalista Free Lance, Sommelier, Food and Wine Lover, lettore accanito, poeta e Pierre appassionato, Stefano Mauri vive, lavora, scrive, degusta, beve e mangia un po' dappertutto. E ovunque si prefigge lo scopo di accendere se non una luce, beh almeno un lumino, che niente è come sembra, niente. Oltre a collaborazioni col mondo (il virtuale resta una buona strada, ma non è La Strada) web, Stefano Mauri, juventino postromantico e calciofilo disincantato, collabora con televisioni, radio e giornali più o meno locali. Il suo motto? Guardiamo oltre, che dietro le apparenze si cela il vero mondo.

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