Nei pressi del paese in cui vivo un Comune ha installato da anni in due punti, nell’unica strada che porta in città, una telecamera che rileva chi passa con il rosso. Almeno in teoria: da quando hanno tolto il cronometro che annunciava l’arrivo del giallo, le multe hanno iniziato a fioccare a ripetizione, come se nella zona si fossero tutti trasformati in criminali della strada. È di ogni evidenza che i conti non tornino e che l’eliminazione del cronometro abbia trasformato quelle telecamere in una macchina da soldi.
Da domani, però, grazie al nuovo codice della strada, migliaia di pendolari si vedranno appioppare non solo multa e decurtazione di punti, ma anche la sospensione della patente. È il meno. Chi infatti pensava che il nuovo codice avrebbe portato ad una stretta soltanto sui comportamenti pericolosi, come la guida mentre si è al cellulare, o in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di stupefacenti, si sbagliava di grosso. Le auto sono milioni e i soldi fanno gola a Palazzo. Così, dopo averci fatto una testa così con il green, i monopattini – che da domani dovranno montare targa, frecce, assicurazione e caschi obbligatori – hanno ormai le ore contate: tantovale tornare al motorino o alla bici elettrica. E non a caso le aziende di sharing sono pronte a fare le valigie.
«Il nuovo codice non prevede prevenzione, più controlli o educazione stradale, ma solo l’innalzamento delle sanzioni. L’aumento spropositato e indiscriminato delle multe, che arrivano anche a migliaia di euro, rappresenta una tassa indiretta che diventerà insostenibile per il ceto medio, dai dipendenti ai piccoli imprenditori. Ci troveremo presto di fronte ad un problema sociale». A parlarci è l’avvocato Domenico Musicco, non certo un fanatico del “liberi tutti”. Ma il presidente di Avisl, l’associazione delle vittime di incidenti stradali, che si aspettava più pattuglie per strada e almeno l’obbligo di riversare metà delle sanzioni nella manutenzione degli asfalti. Invece no. Come lui la pensano in tanti.
Sfogliando i giornali, ci si accorge che bere anche solo un bicchiere a pasto potrebbe costare un patrimonio: se si superano i 0,5 grammi per litro, ecco una sanzione da 573 euro e patente sospesa per almeno 3 mesi. Scrive l’Ansa: «Cosa si può bere in pratica? Dipende dal peso, dall’altezza e se si è a stomaco pieno: in genere si è sicuri con un bicchiere di vino o una lattina di birra o un bicchierino di superalcolico». Quindi, nessuno realmente sa la quantità giusta. E conviene dunque non bere mai.
Passiamo oltre. Di cannabis non ne parliamo proprio: sballati alla guida non ne vogliamo, certo. Ma se un ragazzo ne ha fumata una 3 giorni prima, o forse più, rischia oggi la sospensione della patente per 3 anni. In compenso ai neopatentati vengono dati mezzi più potenti. E tutti gli altri?
Basterà andare a 61 km l’ora in un grande viale metropolitano o in quelle strade di campagna dove il limite è di 50 km e i Comuni furbescamente piazzano gli autovelox, per vedersi appioppare 173 euro di ammenda.
Potrebbe andare peggio? Sì, a Roma. Qui Roberto Gualtieri ha voluto anticipare il governo. Il primo cittadino che quando era ministro dell’Economia aveva assicurato che nessuno con il lockdown avrebbe perso il lavoro (10 marzo 2020) prima che un milione di persone restasse a spasso, da sindaco si era già distinto con la mirabile operazione dei 18 mila cestini della pattumiera nuovi di zecca, ma tutti subito da cambiare perchè i gabbiani aprivano i sacchetti e spargevano i rifiuti ovunque. Della seconda ideona di mettere una piscina comunale per raccattare monete durante il restauro della Fontana di Trevi hanno parlato il New York Post e il Guardian. E ora, in un video, annuncia 20 dispositivi da piazzare sulle auto della polizia municipale per rilevare e sanzionare in automatico le macchine in doppia fila. I commenti dei residenti? Eccone alcuni – da “Welcome to favelas” che ha ripostato il filmato – che fanno breccia nelle clamorose lacune dell’amministrazione: «Ma rileva anche le buche?» E poi: «I nuovi parcheggi gratuiti invece dove si trovano? I nuovi mezzi di trasporto? Le nuove strade sistemate?» E di nuovo: «Metti un’altra pista ciclabile, così le macchine le parcheggiamo in verticale». E via: «Un apparecchio che controlla tutti i cantieri che hai aperto e quando li chiudi, no eh?» Seguono insulti e bestemmie. Infine, un commento su cui, forse, è tempo di cominciare a riflettere: «L’unico Paese dove lo Stato è nemico del cittadino».
(Tratto dal Momento di Cronaca Vera)