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Emma Marrone: “Se un ragazzo va sul palco in mutande si parla del concerto. Se lo fa una donna si guarda all’outfit”

La Femme Fatale della musica italiana dopo Milano ha acceso Roma

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Ha acceso Roma e Milano coi suoi concerti, e dal 18 novembre, dopo quindi l’ultima tappa di Bari del tour, Emma Marrone dal 18 novembre, come ha dichiarato ad Andrea Laffranchi sul Corriere della Sera, si ferma per tirare il fiato e non la smuoverebbe nemmeno una chiamata di Carlo Conti per il prossimo Festival di Sanremo. 

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E nell’intervista, la “Femme Fatale” della musica italiana ha detto tante cose interessanti. Eccone un passaggio: “Sul rap ci vuole uno sguardo più aperto. Come il pop ha le sue linee guida, anche il rap ha un immaginario fatto di testi forti e scomodi. Dietro quello stile ci sono persone perbene e credo che alla musica si debba lasciare libertà di espressione. Puntiamo il dito contro i rapper, ma i problemi sono altrove. Basta ascoltare i tg. Fingiamo di vivere in una società emancipata ma torniamo indietro. Sembra che le battaglie femministe degli anni 60 e 70 non abbiano portato a nulla. Ci scandalizziamo per il burqa perché ha un impatto visivo immediato, ma anche da noi ci sono limiti. Oppure pensiamo alla legge che ha reso crimine universale la gestazione per altri in un Paese come il nostro dove le nascite sono pari a zero e i single non possono adottare… Le donne pagano più di tutti. Se un ragazzo italiano sale sul palco in mutande si parla del suo concerto. Se lo fa una donna si parla dell’outfit e non del fatto che abbia lavorato per arrivare fin lì”.

Stefano Mauri

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Stefano Mauri

Stefano Mauri nato a Crema nel gennaio 1975, mese freddo e nebbioso per eccellenza. E forse anche per questo, per provare a guardare oltre la nebbia e per andare oltre le apparenze, con i suoi scritti prova a provocare, provocare per ... illuminare. Giornalista Free Lance, Sommelier, Food and Wine Lover, lettore accanito, poeta e Pierre appassionato, Stefano Mauri vive, lavora, scrive, degusta, beve e mangia un po' dappertutto. E ovunque si prefigge lo scopo di accendere se non una luce, beh almeno un lumino, che niente è come sembra, niente. Oltre a collaborazioni col mondo (il virtuale resta una buona strada, ma non è La Strada) web, Stefano Mauri, juventino postromantico e calciofilo disincantato, collabora con televisioni, radio e giornali più o meno locali. Il suo motto? Guardiamo oltre, che dietro le apparenze si cela il vero mondo.

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