Strage di Erba. Sabato 9 novembre è andata in onda sul canale 262 l’intervista per Byoblu Tv che mi ha vista protagonista come ricercatrice sul caso Erba. Vi lascio di seguito il link – Strage di Erba: Intervista Martina Piazza Strage di Erba
Ho presentato il mio libro “L’Erba dei vicini, evoluzione di un’indagine” edito dalla Golem Edizioni.
Abbiamo parlato molto dei fatti e di tanti elementi che ancora oggi non tornano.
Nel mio saggio si parte dall’analisi della scena del crimine per passare alle imprecisioni tecnico scientifiche rilevate sia in fase investigativa, ma anche in occasione delle autopsie. Non mancano approfondimenti sullo studio della memoria condotto dal Dott.Strata Piergiorgio, professore emerito dell’Università degli studi di Torino e neuroscienziato del Dipartimento di neuroscienze “Rita Levi Montalcini”. Arricchiscono la ricerca i dettagli sui referti medico legali del Dott.Scola Giovanni e le contestazioni da parte dei consulenti della difesa, Prof.Torre Carlo e Dott.ssa Vasino Valentina.
La parte successiva è dedicata all’analisi delle tanto discusse prove che confermerebbero la colpevolezza degli imputati: le confessioni, la testimonianza dell’unico sopravvissuto e la macchia di sangue sul battitacco.
Non per minore importanza, segue un excursus sul peso che i media hanno avuto in questa vicenda e come l’opinione pubblica, suo malgrado, sia stata, e venga tutt’oggi, indirizzata sulla strada che meglio si allinea a una verità imposta e non del tutto appurata. Basti ricordare come i giornali all’inizio istigarono i cittadini a schierarsi contro il marito tunisino di una delle vittime (le persone sostenevano la necessità di una caccia all’uomo straniero), salvo poi far rientrare tutto il giorno seguente per un banale, ma grave, errore dettato dalla troppa superficialità.
Si ricordano poi le prove mandate all’inceneritore poco prima che venissero visionate dal team della difesa, casualità? Oltre ai campioni e tracce recuperati sul corpo del bambino e inviate ai laboratori dei RIS, perché non sono mai stati analizzati?
Queste sono solo alcune delle moltissime domande che inevitabilmente ci si pone quando ci si addentra negli atti o anche solo si cerca di approfondire minimamente la vicenda.
Un capitolo a mio avviso molto interessante è quello dedicato alle interviste ai vari professionisti e la stralcio dello scambio epistolare intrattenuto con uno dei condannati, Olindo Romano. Una sezione del libro a cui sono particolarmente affezionata perché riportare le parole di chi ha vissuto e vive gli eventi sulla propria pelle giorno dopo giorno, non può che dare un valore aggiunto alla ricerca, dimostrandone l’autenticità e l’impegno impiegati per questa fatica letteraria.
Il mio scritto è stato apprezzato anche dall’ex sostituto procuratore Cuno Tarfusser, tanto che in occasione della mia richiesta di incontrarci per approfondire il motivo del suo interesse al caso, mi ha ricevuta senza ritardo. Dopo diversi confronti ha accettato di scrivere la prefazione al mio saggio mettendo in luce lo scopo principale delle mie parole: voler arrivare alle persone con un linguaggio fruibile e non troppo cavilloso, per spiegare come sia necessario farsi sempre domande e coltivare i dubbi. La cultura del dubbio è alla base del nostro ordinamento giuridico per arrivare pienamente alla verità e fare giustizia, soprattutto in nome di tutte vittime.
Art. 533 c.p.p.,c.1 – “il giudice pronuncia sentenza di condanna se l’imputato risulta colpevole del reato contestatogli al di là di ogni ragionevole dubbio. Con la sentenza il giudice applica la pena e le eventuali misure di sicurezza”.
Il libro L’erba dei vicini. Evoluzione di un’indagine di Martina Piazza – guarda
Il canale Youtube Martina Piazza Crime Blog – guarda