Campagne di Firenze, 21 agosto 1968. È qui che il Mostro di Firenze uccise per la prima volta una coppia di fidanzati appartati in un luogo isolato. E continuò a farlo fino al 1985, uccidendo altre 7 coppie, con un totale di 16 ragazzi. All’inizio, infatti, il Mostro veniva chiamato “il maniaco delle coppiette”. Questo caso influenzò le abitudini dei cittadini fiorentini, i quali iniziarono a non appartarsi più in intimità nelle campagne. Diventò un caso mediatico, tant’è che portò i media a dibattersi sull’opportunità di dare maggiore libertà nell’intimità a casa ai figli. Ad oggi, gli otto duplici omicidi sono ancora irrisolti poiché i responsabili, o il responsabile, non sono ancora stati identificati.
Ed è di questo che Edoardo Orlandi e Eugenio Nocciolini hanno cominciato a parlare nel loro podcast “Nessuno”, per poi riportarlo, sotto forma di romanzo, in questo thriller.
Trama:
Otto duplici delitti, diciassette anni di terrore, un’indagine senza fine che ha cambiato per sempre la storia, la cultura e la società italiana: il cold case più celebre e drammatico del nostro Paese raccontato come non è mai stato fatto finora. A parlare, infatti, sono per la prima volta i protagonisti: i sedici ragazzi che nella notte sbagliata si sono trovati, senza colpa, nel luogo sbagliato; e poi i parenti, gli amici, gli inquirenti, i giornalisti, in una narrazione corale toccante e mozzafiato che ha i toni della fiction ma l’accuratezza del migliore true crime. Ecco, così, il piccolo Natalino, che si addormenta in auto dopo essere andato al cinema con sua madre Barbara e lo “zio” Antonio, e quando si sveglia loro non gli rispondono più. E Stefania, perdutamente innamorata di Pasquale ma piena di dubbi sul loro rapporto. Ecco Horst e Jens-Uwe, che si amano ma in segreto, perché una relazione come la loro, a quei tempi, è intollerabile. E tutti gli altri, fino all’ultimo, atroce omicidio: Jean-Michel e Nadine, che sono francesi e non sanno che sulle colline di Firenze un serial killer oscuro, un nessuno proveniente dal nulla, uccide le coppie nel momento in cui sono più indifese. Mentre si stanno amando.
Recensione:
Un libro di true crime scritto meravigliosamente a fiaba. I due autori hanno trovato un modo alternativo di raccontare i fatti avvenuti tra il 1968 e il 1985 riguardanti i delitti del Mostro di Firenze, creando un thriller in cui il cattivo ha vinto: purtroppo, però, questa è la realtà. La scrittura è molto scorrevole e coinvolgente, tanto che non riuscivo a staccarmi dal libro. Per ogni capitolo che leggevo avevo bisogno di andare a cercare i volti dei ragazzi su Internet, perché sentivo la necessità di dare un volto a ciascuno, renderli reali. Gli autori hanno creato dei personaggi che non sono solo le vittime della tragedia, ma anche parenti, amici, giornalisti che ci raccontano le vicende permettendoci di toccare con mano le preoccupazioni riguardo a quello che succedeva al tempo. Infatti, i capitoli sono narrati direttamente da una di queste figure, facendoci percepire da un lato la spensieratezza delle coppie che desideravano soltanto passare un pò di tempo da soli, e dall’altra l’ansia di chi, il giorno dopo, non li ha visti tornare a casa. In più, i dialoghi sono scritti quasi nella totalità in toscano, e questo rende ancora più reale la lettura dando voce e anima alle vittime. Insomma, un bel modo per catapultarci all’epoca del famigerato Mostro di Firenze e fare giustizia a tutti questi ragazzi che, purtroppo, un futuro non ce l’hanno mai avuto. Un modo diverso dal solito e originale, che ho molto apprezzato e che ritengo non sia stato semplice da realizzare.
“Perché se sono tanti mostri, sono troppi. E se sono troppi rischiano di essere tutti. E se sono tutti, allora, è come se fossero nessuno.”