Giancarlo Lotti è il testimone chiave che ha portato alla condanna di lui stesso e di Mario Vanni come appartenti al gruppo del Mostro di Firenze, assieme, implicitamente, a Pietro Pacciani, che morì prima del processo.
Questa è la verità giudiziaria sul caso.
Tecnicamente, Lotti è un pentito, ovvero un reo confesso che ha coinvolto come correi altre persone.
Dopo il caso Tortora, si è stabilito che le testimonianze dei pentiti, per tenerne conto ai fini di una sentenza penale, debbano trovare riscontro in altri elementi oggettivi.
Questo video (in cima al post) tra il giallista Rino Casazza e il ricercatore ed esperto del caso Antonio Segnini è dedicato alla dimostrazione, tratta dagli atti dell’inchiesta, che non solo mancano riscontri delle dichiarazioni di Lotti, ma addirittura i fatti da lui raccontati contraddicono evidenze fondamentali della scena criminis.
La conseguenza sarebbe dovuta essere quella di reputare inattendibile la versione del presunto «supertestimone».
In un prossimo video analizzaremo il problema direttamente collegato. Ovvero: perché Lotti ha riferito circostanze palesemente non vere?
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