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Perchè l’unico assassino di Meredith Kercher è Rudy Guede

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Dalle ultime notizie su Amanda Knox e Raffaele Sollecito ingiustamente accusati della morte di Meredith Kercher, emerge ancora una diffidenza dell’opinione pubblica verso l’innocenza della coppia, diffidenza montata dalla stampa italiana contro la Knox per motivi di “antipatia campanilistica”. Gradisco rispondere ai quattro grossi quesiti della vicenda.

Chi ha ucciso realmente Meredith Kercher?

Meredith è stata uccisa da una sola persona, dall’ivoriano Rudy Hermann Guede. Elenco cinque gruppi di elementi inchiodanti:

1) tutte le tracce dell’azione omicidiaria sono riferibili soltanto a lui; nella vagina della vittima c’è il suo Dna, l’esterno della vagina presenta vistose escoriazioni riferibili a lui, non vi sono le tracce che la ragazza fosse pronta e disposta all’atto sessuale (nessuna lubricazione naturale), sul polsino e sugli indumenti della vittima vi sono le tracce di Guede: violenza sessuale da parte di Guede.

2) La sua presenza sulla scena del crimine al momento dell’accoltellamento è certa, le sue dichiarazioni sono inverosimili e contraddittorie, addirittura dichiara che uscito dal bagno ha visto l’assassino e che ha lottato con lui; inverosimile: arriva un improvviso sconosciuto armato, capitato non si sa quando, come, perché e da dove in camera da letto, uccide Meredith e fugge (!?).

3) Le tracce insanguinate palmari, di orme e di sperma sulla scena sono di Guede.

4) La fuga all’estero, le menzogne e le contraddizioni di Guede sono chiari indizi di “coscienza sporca”.

5) Il fatto che fosse aduso a commettere atti di intrusione con furto è un indizio di profilo criminale molto forte.

Ma Rudy Guede è stato condannato per omicidio in concorso con altri… chi sono questi altri?

Quesi “altri” non esistono. Sono una congettura basata sui seguenti presupposti sbagliati: che Meredith fosse stata colpita da due armi diverse (falso); che sulla scena vi fossero la Knox e Sollecito per la questione del gancetto del reggiseno con Dna di Sollecito e del coltello rinvenuto a casa di Sollecito col Dna della vittima (falso), delle orme di Sollecito sulla scena del crimine (falso): elementi poi dimostratisi falsi e/o inconsistenti e confusi. Risulta quindi evidente che gli “ignoti” per i Giudici che hanno condannato Rudy sono al 100% Amanda e Raffaele, convincimento basato sulle tracce poi risultate fallaci, ma all’epoca ritenute veridiche e colpevolizzanti i due.

Le ferite a Meredith sono state inferte da due persone?

Le ferite sono state inferte da una sola persona, non da due come erroneamente ritenuto e costruito causa due fallacie. La prima fallacia è che Meredith sia stata uccisa con due coltelli diversi, quindi due assassini: è una congettura che vuole adattare le conclusioni all’ipotesi iniziale: è un’incertezza fatta divenire dall’accusa magicamente “certezza”.

La seconda fallacia è che Meredith sia stata sopraffatta da almeno due persone perché il suo cadavere non presentava tracce di difesa attiva e perchè Meredith – praticando arti marziali – si sarebbe difesa e non poteva soccombere a un solo aggressore. Si tratta di una considerazione superficiale e risibile, perché una ragazza che pesa 50 kg se aggredita da un soggetto che ne pesa 80, armato, determinato e violento, è bloccata dal terrore, anche se ha praticato arti marziali per qualche tempo. Se e solo se Meredith fosse stata superesperta di combattimento ed autodifesa ed addestrata al pericolo allora l’enunciato avrebbe senso… ma non era così!

Affermo questo anche in virtù del fatto che sono Maestro di karate e di autodifesa, cintura nera superiore, che insegno difesa personale alle donne e che sono specializzto nella difesa contro il coltello.

Vi è stata attività di messinscena da parte di Amanda e Raffaele?

L’ipotesi “Vi è stata un’attività di messinscena di furto organizzata da Amanda e Raffaele perché Rudy Guede non aveva interesse a farla, quindi i due sono colpevoli” non ha retto logicamente e scientificamente. Ritengo che Guede in preda a un’ossessione compulsiva (senza controllo) ed alle droghe abbia messo a soqquadro in modo illogico e disorganizzato la scena dopo il crimine e poi ucciso: è un comportamento tipico di soggetti che fondono intrusione, furto, libido, sesso, stupro, sangue e violenza, per poi uccidere per tacitazione testimoniale.

Carmelo Lavorino

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Carmelo Lavorino

Carmelo Lavorino, criminologo investigativo e criminalista, profiler ed analista della scena del crimine, è fondatore e direttore del CESCRIN (Centro Studi Investigazione Criminale) e della rivista DetectiveCrime. Già docente universitario in "Tirocinio sopralluogo e scena del crimine" e in “Protezione delle istituzioni, persone ed eventi” presso l'Università di L'Aquila al Corso di Laurea Scienze dell'Investigazione. E' relatore presso Master Universitari e di alto livello. Si è interessato di oltre 200 casi d'omicidio, fra cui i delitti del Mostro di Firenze e del processo a Pietro Pacciani, di Via Poma vittima Simonetta Cesaroni, del serial killer Donato Bilancia, di Cogne vittima Samuele Lorenzi, di Arce (sia per la difesa di Carmine Belli, sia per la difesa della famiglia Mottola), del piccolo Tommaso Onofri, di morti equivoche e di omicidi camuffati da suicidi come le morti di Viviana Parisi e Gioele Mondello (Giallo di Caronia), di Glenda Alberti, di Claudia Agostini, di Marcella Leonardi, di Rodolfo Manno, del brig. Salvatore Incorvaia, di cold cases, rapine e violenze sessuali. È specializzato in investigazione criminale, esame ed analisi della scena del crimine e del modus operandi del soggetto ignoto autore del crimine, organizzazione e coordinamento di Pools tecnici e investigativi, management dell'investigazione criminale, BPA (Bloodstain Pattern Analysis – Analisi dello schema di formazione delle macchie di sangue), analisi criminali sistemiche. E' creatore del Metodo MOCCI (Modello Operativo Criminalistico Criminologico Investigativo) e dell'ACCISF (Analisi Criminalistica Criminologica Investigativa Sistemica Forense).

Un commento

  1. Nei 10 anni successivi alla tragica vicenda lessi di tutto, migliaia di pagine tra forum inglesi, italiani, libri e testimonianze dei processi. Anche se una su un milione non è stato lui, è chiaro come il sole che Raffaele ed Amanda non c’entrano niente. Hanno subito l’inefficienza e l’incapacità “altrui” fino all’inverosimile… e qui mi fermo. Grazie per l’articolo!

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