Cesare Prandelli, bella persona ed ex Commissario tecnico della nazionale azzurra, dimessosi (Chapeau) dopo il disastroso Mondiale (ma poi c’è chi ha fatto peggio ed è rimasto al suo posto) 2014, grande calciofilo e uomo di calcio, sarebbe uno straordinario presidente della Federcalcio. Non a caso, il cavalier Giovanni Arvedi, proprio a lui voleva affidare il ruolo di general manager calcistico della sua Cremonese. Ebbene, Prandelli, intervistato da Rai Radiouno, dopo l’eliminazione dell’Italia di Spalletti dall’Europeo, come sempre gli accade, ecco ha detto cose banali e illuminanti: “Da 15 anni seguiamo delle mode, del possesso palla, dei giochisti. Abbiamo prodotto dei buoni giocatori, non ottimi, a centrocampo. Ma abbiamo perso le punte, gli esterni, quelli capaci di affrontare l’uno contro uno.
Adesso, per recuperare ci vuol tempo, allestendo un programma sportivo che parta dai bambini e per questo serve la collaborazione di Federcalcio e Lega.
Sostengo da tempo che la Federazione dovrebbe crescere in casa i selezionatori, a partire dagli ex campioni del mondo. Ora è facile dire che Spalletti non è un selezionatore, ma contro la Svizzera Luciano cosa poteva fare? Ci sono mancati temperamento, carattere, determinazione. Ci fosse stato in campo un Chiellini sarebbe stato diverso. I protagonisti sono i giocatori. Rischiamo di non andare ancora ai Mondiali? Il rischio c’è eccome. Quando fummo eliminati nel 2014 io dissi,,, Siamo sicuri che nei prossimi anni ci andremo. Non riusciamo a proporre giocatori in prima squadra, a farli crescere, a dar loro una forza morale e quindi li perdiamo. Forse la Federazione deve fare qualcosa in più, deve cercare di farli crescere in casa i ragazzi. Multietnicità? Il tema è molto interessante. Ma se noi abbiamo le scuole calcio dove devi pagare, i nuovi italiani non hanno la possibilità di farlo. Dobbiamo dare la possibilità a questi ragazzi di aiutarci, ne abbiamo bisogno”. Così l’ex Ct (cremonese – bresciano – cremasco) Cesare Prandelli, ospite di ‘Radio anch’io Sport’ sui Rai Radiouno, sulla crisi del calcio italiano e il fallimento della Nazionale all’Europeo. Ah quella di rendere gratis o almeno accessibili a tutti le scuole calcio non è una brutta idea. No?
Stefano Mauri