In questi giorni migliaia di studenti sono alle prese con le ultime sessioni degli orali dell’esame di maturità, la prova più difficile e angosciante. Prova che ogni anno dà origine anche a clamorosi strafalcioni, puntualmente raccolti dal portale Skuola.net.
Lo scorso anno, tra i più virali, la risposta di un ragazzo che aveva ipotizzato, come autore della Divina Commedia, nientemeno che Giuseppe Garibaldi. O ancora, un’opera di rilievo di Luigi Pirandello? La risposta di un altro giovane, che evidentemente preferiva abbondare, fu la seguente: “Uno, nessuno e duecentocinquantamila”. Poi, in ordine sparso di anni, abbiamo un Mussolini “leader del Partito Comunista” o i russi “responsabili dell’Olocausto”, o di nuovo Garibaldi (sempre lui, gettonatissimo) vissuto nel 1300.
Sarà anche per questo che 120 docenti e studiosi di varie università e licei hanno fatto un appello al ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara per inserire una prova di storia all’esame di maturità e il ripristino della ripetizione per tre volte del percorso dalla preistoria ai giorni nostri, su iniziativa del Gruppo di Firenze per la Scuola del Merito e della responsabilità e del Comitato Fiorentino per il Risorgimento.
In effetti, cosa puoi fare da grande, se nemmeno conosci la storia? Altrove non lo sappiamo. Ma rassicuratevi, questa è l’Italia, il Paese delle grandi opportunità. Certo, non nel senso del sogno americano, dove chiunque può farcela. Siamo convinti che Bill Gates da noi sarebbe fallito dopo sei mesi, devastato dalla burocrazia e costretto a vendere ad altri il suo Windows. Ma se, niente niente, conoscete l’arte della politica (ovvero quella di farsi pagare lo stipendio dalle tasche dei cittadini), con l’ignoranza totale della storia potete diventare ad esempio ministro della Cultura.
Strepitosa, in questo senso, l’uscita dell’attuale titolare della poltrona, Gennaro Sangiuliano, secondo il quale «Cristoforo Colombo voleva raggiungere le Indie circumnavigando la Terra sulla base delle teorie di Galileo Galilei». Nientemeno. Vai a spiegargli che Galileo nacque nel 1564, decenni dopo la scoperta dell’America del 1492: è il ministro della Cultura, cosa gli devi dire?
D’altra parte l’ignoranza della materia appare indispensabile per occupare il relativo ministero. Come dimenticare Luigi Di Maio, che collocava collocava Pinochet in Venezuela e che chiamava il presidente cinese Ping: fu subito promosso ministro degli Esteri. Per non essere da meno, lo staff che lo accompagnava era di rilievo assoluto: quando ci fu un’esplosione a Beirut, un suo sottosegretario twittò la seguente frase: «Mando un abbraccio ai nostri amici libici». Tale è la portata della preparazione di Di Maio che anche l’Ue ne è stata colpita, tanto da nominarlo inviato speciale per il Medio Oriente: sarà certamente lui a risolvere i problemi enormi che attanagliano l’area.
Ma se proprio non ce la fate a superare l’esame di maturità, non disperate: potreste diventare ministro dell’Istruzione. Ricordate, ad esempio, Valeria Fedeli? Nel suo curriculum c’era scritto che era laureata in scienze sociali. In realtà non aveva manco la maturità, solo un diploma triennale per assistenti sociali. Lei bollò la cosa come una «leggerezza» e tutto finì lì. Perchè l’importante, nella politica, è avere idee, cosa vuoi che importi se queste abbiano poi un senso.
Brillante, per dirne una, la sparata del ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida, datata agosto 2023: «Da noi spesso i poveri mangiano meglio dei ricchi, cercando dal produttore l’acquisto a basso costo spesso comprano qualità». Saranno contenti alla Caritas, che stima in sei milioni gli italiani in povertà assoluta, gente che evidentemente mangia da dio – quando riesce – e manco lo sa.
E che dire di Danilo Toninelli? Nel 2018, a margine di un incontro con la commissaria Ue Violeta Bulc, ebbe a dire: «Sapete quante delle merci italiane, quanti degli imprenditori italiani utilizzano con il trasporto principalmente ancora su gomma il tunnel del Brennero?» Chissà di che dati disponeva, l’esperto esponente del M5S. Forse quelli che si era sognato la notte, dato che il tunnel del Brennero non esiste ancora. Ma lui, giustamente, era stato messo a fare il ministro delle infrastrutture e dei trasporti.
Sicchè, ragazzi, non affannatevi. Come diceva Checco Zalone in “Che bella giornata” alla bella straniera Farah, ancora ignara delle consuetudini nostrane: «Tu studi, vero?»
«Sì».
«Eh, non serve a un cazzo, qui».