“Souvenir Disco di Platino. Oplà. Grazie a tutte le persone che hanno creduto in me e in questo Album!! Grazie a tutti voi. Oggi sono felice e orgogliosa Spero di poter fare sempre meglio”.
Così Emma Marrone ha celebrato, via social, il riconoscimento, Chapeau; ottenuto. Nei giorni corsi, in un’intervista concessa al quotidiano La Repubblica, intervistata da Simona Orlando, la Regina del Pop Italiano, come sempre le capita non è stata banale nelle risposte…
Emma, una rinascita?
Direi più un ricongiungimento affettivo con la musica. Si è riaccesa la fiamma di quando non avevo una lira e facevo grandi sogni, non solo sacrifici. Questo mestiere è bellissimo ma negli ultimi tempi è diventato velocissimo. Pur dando il massimo, rischi di perdere qualcosa.
Troppa competizione?
È una società performante che non ammette fallimento e sconforto, invece è proprio da lì che s’impara. Mi sono fermata a riflettere molto e questo è il risultato di un continuo guardarmi allo specchio.
Cos’ha visto?
Una ragazzina di paese che sognava una realtà molto più grande di quella che viveva. Me la sono conquistata, ma ero così impegnata a dimostrare di meritarmelo, che ciò che realizzavo non sembrava mai abbastanza. In Souvenir ho mollato le ossessioni e lasciato correre la creatività.
In “Apnea” e “Femme Fatale”, come in brani di Annalisa e Angelina Mango, ci si muove su testi non gioiosi. Le piace il contrasto?
Mi rappresenta. Sui miei fatti pesanti, non ho mai smesso di ballare. Sono una persona tragicomica: tendo al dramma ma sono un pagliaccio, una caciarona. Per me la leggerezza è una cosa seria, non evanescenza.
Stefano Mauri