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Cosa fare se lo smartphone cade in acqua

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Molti smartphone moderni di fascia media e di fascia alta sono dotati delle varie certificazioni IP che ne attestano la resistenza all’acqua e alla polvere. Tuttavia, i dispositivi meno recenti e, in generale, quelli meno costosi, raramente sono in grado di uscire indenni dopo essersi bagnati, in quanto non progettati per venire a contatto con sostanze liquide. Ecco quali sono i tentativi da fare per recuperare un cellulare caduto in acqua e come ritornare in breve a tempo a utilizzarlo per effettuare le consuete operazioni, come interagire sui social network, guardare filmati in alta definizione e giocare con le slot machine.

Non riaccendere lo smartphone

L’acqua, come ben sappiamo, è un conduttore di elettricità, per cui è estremamente rischioso per la componentistica interna entrare in contatto con il liquido, specie durante il funzionamento. Potrebbero, infatti, verificarsi dei cortocircuiti che lascerebbero al dispositivo poche speranze di salvarsi. Se il telefono si spegne dopo essere caduto in acqua, quindi, l’ultima cosa da fare è quella di tentare di accenderlo per controllare che non si sia danneggiato. Qualora lo smartphone non si fosse spento da solo, è preferibile spegnerlo e assicurarsi che la quantità di acqua non sia in grado di provocare danni.

I passi successivi

A dispositivo spento è opportuno prendere un panno in microfibra e asciugare con cura tutte le parti bagnate, facendo particolare attenzione ai connettori USB, ai pulsanti e agli speaker, ovvero le parti da cui entra più facilmente l’acqua. Se il telefono lo permette, rimuovere la batteria, verificare che non sia bagnata ed eventualmente asciugarla con attenzione prima di procedere con il collegamento. Lo stesso discorso va applicato per gli slot delle SIM e delle memory card: se nella memoria esterna sono presenti dei dati importanti bisogna assolutamente evitare di inserirla nel device bagnato.

Usare il gel di silice

Se il telefono è stato immerso nell’acqua, come ad esempio a seguito di una caduta accidentale in piscina, dopo averlo spento e asciugato, un buon sistema per rimuovere l’umidità in eccesso consiste nell’utilizzare del gel di silice, lasciandolo a contatto con la sostanza per almeno 12 ore. Al termine dell’attesa è possibile provare ad avviare lo smartphone. In caso negativo, è necessario portarlo presso un centro di assistenza. Non provare mai ad aprire il telefono, soprattutto se è ancora in garanzia.

Monitorare la situazione

Se l’avvio riesce, è comunque consigliato verificare costantemente che lo smartphone funzioni senza manifestare alcun problema, magari testandolo compiendo diverse azioni, come riprodurre video, giocare con i casinò online e scattare fotografie. In questo modo sarà possibile assicurarsi che lo schermo funzioni perfettamente, che la scheda audio sia in buono stato e che la fotocamera non abbia subito danni dopo il contatto con l’acqua. Se anche solo una di queste operazioni risulta difficoltosa, non resta che spegnere il dispositivo e metterlo nuovamente a contatto con il gel di silice per altre 12 ore. Qualora il malfunzionamento continuasse, l’unica soluzione sarebbe quella di farlo controllare da un professionista.

(ARTICOLO IN COLLABORAZIONE CON PAULA ESTEBAN)

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