Il nuovo giallo sulla gravidanza di Liliana Resinovich apre ulteriori interrogativi: dove, a ogni domanda, si possono dare plurime risposte. Un mistero che appare inestricabile
Liliana Resinovich, l’enigma di Trieste (I tachioni)
Come dettagliatamente spiego nel libro “Liliana Resinovich. L’enigma di Trieste”, uno degli aspetti più indecifrabili del caso Resinovich è senz’altro il rapporto a tre fra Sebastiano Visentin, Claudio Sterpin e Liliana Resinovich. Com’è noto, Claudio ha sempre sostenuto, fin dalla scomparsa della donna, di esserne l’amante clandestino in procinto di venire alla luce, mentre Sebastiano lo taccia di essere il classico anziano che equivoca, esagerandone la portata, sulla disponibilità di una donna più giovane di vent’anni come Liliana. Sui reali sentimenti di quest’ultima non sappiamo nulla di certo, né direttamente da lei né da confidenze fatte a terzi. I numerosi scambi di SMS intervenuti tra lei e Claudio potrebbero adattarsi sia ad una relazione carnale che ad una amicizia platonica molto affettuosa. Non a caso è invalso l’uso, nel parlare di Claudio, di chiamarlo “presunto amante” o “amico speciale”.
La gravidanza di Liliana Resinovich
Qualche giorno fa questa situazione incerta ha avuto uno sviluppo significativo.
Gabriella Marano, criminologa consulente del fratello di Liliana, Sergio Resinovich, ha reso noto un dettaglio acquisito da tempo al materiale dell’inchiesta. In una intercettazione Sebastiano avrebbe confidato ad un amico che la moglie all’inizio degli anni 90 era rimasta incinta ma aveva deciso, col suo sostegno, di abortire. Liliana avrebbe rivelato al marito che padre del bambino era Claudio Sterpin, rimasto sempre all’oscuro del fatto.
La circostanza dell’aborto sarebbe attestata dalla documentazione di ricovero. Anzi, la trasmissione televisiva “Ore 14” ha diffuso la notizia di un altro aborto documentato di Liliana, avvenuto a metà degli anni 80, anche se non è chiaro se anche questa gravidanza interrotta è frutto della relazione tra Liliana e Claudio.
La criminologa
Gabriella Marano, in alcune dichiarazioni alla stampa, ha sottolineato come la vicenda dell’aborto più recente metta in luce la reticenza ed anzi la mendacia di Sebastiano, che ha sempre sostenuto di non sapere o sospettare nulla sulla liason tra Claudio e la moglie, pur essendo a conoscenza che Liliana andava ad aiutare Claudio a casa sua per le faccende domestiche.
Il procuratore capo di Trieste, Antonio di Nicolo, si è affrettato a rilasciare una dichiarazione in cui relega a pettegolezzo ininfluente la notizia degli aborti di Liliana, aggiungendo che la soluzione del caso è affidata ai risultati obiettivi della superperizia tanatologica , attualmente in corso, sul corpo della donna.
In effetti, che Sebastiano ben sapesse di un rapporto oltre l’amicizia tra Liliana e Claudio conferma soltanto un elemento investigativamente già chiaro, ovvero che egli aveva nel rancore verso Liliana per il tradimento con Claudio un movente per uccidere la moglie. Sebastiano, in effetti, al di là delle sue dichiarazioni contrarie, potrebbe comunque essersi accorto, e nasconderlo, della tresca tra la Liliana e l’ex maratoneta. E’ appena il caso di notare che il movente è condizione necessaria ma non sufficiente per un’incriminazione, per il momento mai avvenuta nei riguardi di Sebastiano. Sono indispensabili prove chiare sulla commissione del reato, allo stato mancanti visto che il marito di Liliana non ha mai ricevuto un avviso di garanzia.
L’uscita del dr. Di Nicolo sembra ribadire ciò di cui si aveva netta sensazione, ovvero che le indagini ordinarie sulla morte della Resinovich, dettagliatamente elencate nel provvedimento di giugno del Gip di prosecuzione dell’inchiesta, si sono concluse senza esito. Elementi per indirizzare la soluzione del caso possono ancora venire, secondo la magistratura inquirente, solo dalla seconda autopsia.
Ricordiamo che la Procura di Trieste aveva già chiesto l’archiviazione per suicidio e, ragionevolmente, se in sede medico legale non emergerà qualcosa di eclatante a sostegno dell’omicidio, tornerà su quell’ipotesi.
Liliana Resinovich, Claudio e Sebastiano
Sorprendente, e non è la prima volta, la reazione di Claudio alla rivelazione sull’aborto di Liliana. Intervistato dal programma “Storie italiane” l’uomo non solo ha confermato di non aver mai saputo che Liliana era in attesa di un figlio suo ma ha anche escluso che, in quel periodo, lui e la donna si frequentassero. A tal proposito non è ancora chiaro se nell’intercettazione incriminata Sebastiano sospetti a distanza di tempo, dopo gli eventi degli ultimi due anni, che il bambino concepito potesse essere di Sebastiano, oppure già lo sospettasse, o avesse ricevuto esplicita conferma in tal senso da Liliana al tempo.
Liliana Resinovich, un “soggetto jolly” nella sua morte? L’ipotesi shock in un libro – guarda
Sebastiano e Claudio sono una coppia di rivali in amore a tratti parecchio strana. Come dimostra la circostanza, indicata nel mio libro, che nei giorni immediatamente successivi alla scomparsa della donna i due, senza che nessuno abbia ritenuto di rivelarlo agli investigatori, hanno avuto almeno due contatti telefonici tracciati dai tabulati. Se il primo, durato 14 secondi, si concilia con un rapido, burrascoso scambio di contumelie, rimane da capire cosa possano essersi detti nel secondo, curato un minuto e mezzo circa. Intervistati al riguardo, entrambi affermano di non ricordare il contenuto delle due telefonate.
Accomunano Sebastiano e Claudio anche altre amnesie o incertezze. Per esempio Sebastiano ha fornito numerose versioni contrastanti sulla sorte della fede nuziale di Liliana, a tutt’oggi smarrita e irrintracciabile, e su un possibile “biglietto di addio alla vita” della moglie. Claudio, oltre aver parlato in ritardo di aver avuto due locali in affitto a Trieste in cui si incontrava con Liliana, non ricordava di aver avuto una lunga telefonata con Liliana il giorno prima della sparizione e che cosa si erano detti.
Rino Casazza
La scheda del libro Liliana Resinovich – L’enigma di Trieste
Cos’è successo davvero a Liliana Resinovich, scomparsa da casa il 14 dicembre 2021 e ritrovata cadavere il 5 gennaio successivo? Fu un decesso naturale? Un suicidio? Un omicidio? E quando avvenne, esattamente? Ad oltre due anni dalla sua morte il mistero è ancora fitto. Rino Casazza mette insieme tutti i tasselli della vicenda, tra contraddizioni e discrasie, ipotizzando i vari scenari cui potremmo trovarci davanti. E il celebre criminologo Carmelo Lavorino, in una lunga intervista, prova a far luce sul caso.
Dall’intervista al criminologo Carmelo Lavorino:
“Nella scomparsa e morte di Liliana Resinovich potrebbe essere coinvolto un “soggetto jolly” ancora sconosciuto, che può fare parte di altri contesti, situazioni e moventi”
L’anteprima del libro Liliana Resinovich – L’enigma di Trieste su Il Giornale – guarda
L’introduzione al libro Liliana Resinovich – L’enigma di Trieste – guarda
L’autore
, giallista di lungo corso, ha pubblicato per Algama una serie di romanzi apocrifi su Sherlock Holmes, usciti anche per il mercato delle edicole. Autore di podcast sulla cronaca nera per il canale Youtube @frontedelblog, nel 2022 è stato autore di una controinchiesta sull’omicidio di Sarah Scazzi nel libro “Il delitto di Avetrana – Perché Sabrina Misseri e Cosima Serrano sono innocenti”, con la prefazione del professor Franco Coppi.
IL LIBRO LILIANA RESINOVICH – L’ENIGMA DI TRIESTE:
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PER APPROFONDIRE
Lo speciale su Fronte del Blog dedicato al caso di Liliana Resinovich – guardaGli approfondimenti video di Rino Casazza sul caso di Liliana Resinovich – guarda
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