All’enoteca (e non solo) ‘Le dolci Cose 502’ di Cremona, venerdì 22 marzo, davanti a tanta gente, si è parlato di cioccolato, di vino e del grande Ugo Tognazzi, in questi giorni nei quali tra l’altro, precisamente il 23 marzo, l’attore avrebbe compiuto i suoi primi 102 anni. Mattatori della seratona, l’attore, VinAttore e imprenditore agricolo GianMarco Tognazzi, colui il quale anima la cantina La Tognazza e il Maestro Cioccolatiere Giovanni Battista Mantelli, anima creativa del gruppo Venchi.
A prendere la parola è stato Gimbo Tognazzi: “Se il vino fosse un personaggio di Ugo Tognazzi quale sarebbe? Gli abbinamenti sono venuti di getto: Come Se Fosse per il Merlot; l’Antani per lo Syrah; Tapioco per il Trebbiano Malvasia. Perché oltre al vino c’è una storia da raccontare, tenendo a mente che i vini di papà Ugo hanno accompagnato nel tempo tutte le cene con gli amici di sempre – attori, registi e sceneggiatori – da cui poi sono nati proprio i personaggi culto delle sue pellicole. La cucina e il cibo hanno sempre fatto parte della mia vita, mio padre era uno chef, tra i primi a parlare di cibo in televisione, prestato al cinema. L’odore del soffritto che invadeva la cucina e la casa quando Ugo cucinava è un ricordo indelebile. La prima etichetta La Tognazza, porta la data del 1969. Disegnata a pennarello da Ugo in persona per celebrare la sua prima vinificazione ufficiale. La linea Amici Miei viene prodotta in vigneti di nuovo e vecchio impianto situati tra Lazio e Toscana, abbiamo creato un luogo particolare, facciamo vini del Toscazio. Precisamente abbiamo il Tapioco, Il Come se fosse, il Conte Mascetti, la Voglia Matta, l’Antani e la Casa Vecchia. A settembre cambieremo qualche etichette perché ci piace cambiare. I nostri vini sono fatti con serietà, ma il nostro modo di comunicare è all’insegna della leggerezza”.
GB Mantelli, vulcanica anima creativa di Venchi si è invece soffermato su alcuni aspetti particolari:
“Prima di tutto occhio alla tecnica: il cioccolato è un alimento ricco di tannini quasi quanto il vino, quindi su questa base si costruisce un incontro di sapori che genera l’abbinamento perfetto. Partendo dal presupposto che l’amante del vino è una mente in purezza è bene munirsi, prima di iniziare, di una grande apertura mentale rivolta alla sperimentazione. La mia tecnica personale sposa sempre la prudenza nell’assaggio, quindi inizio col vino analizzandone il profilo aromatico, successivamente il gusto e poi ci aggiungo il cioccolato, compiendo le stesse operazioni. Il risultato è un bivio che va giudicato solo in base al nostro gusto. Se le sensazioni positive coincidono berrò altro vino e mangerò cioccolato, in cerca della soddisfazione completa in fatto di abbinamento. Il cioccolato del futuro è intelligente e ci renderà intelligenti, perché sa stimolare tutti i sensi, esaltare l’esperienza gustativa in ogni minima particella. Per mutuare un termine giapponese l’effetto deve essere quello del kokumi, cioè conferire agli alimenti maggiore gradevolezza al palato con elementi mirati e ben studiati. L’obiettivo è aumentare il gusto percepito, pienezza e complessità del sapore. Il cioccolato del futuro sarà così, cercherà di equiparare l’effetto di addentare un piatto unico con diversi gradi di intensità strutturale”. Organizzata dalla Bottega Le Dolci Cose 502 (Chapeau a Luisa Carminati e Alessandro Rossini) di Cremona, in sinergia con Massimo Mascherpa, agente e distributore di zona dei vini La Tognazza, l’incontro tra vino e cioccolato, raccontato da GianMarco Tognazzi detto Gimbo e da Gb Mantelli ha sedotto Cremona, compreso l’ex campionissimo di pugilato Silvano Usini e sarebbe piaciuto al grande Ugo.
Stefano Mauri