Allora, Tuttosport, dopo il pareggio interno (2 a 2) con l’Atalanta, scrive che non si capisce più cosa sia questa Juventus. Per la prima parte della stagione c’era, almeno, una squadra, cioè un gruppo di pirati, brutti, sporchi, ma cattivi, che non concedevano nulla: allo spettacolo e all’avversario. Vincevano creando una, massimo due occasioni da gol e poi combattevano strenuamente fino a diventare imperforabili. Quella Juventus è perfino andata in testa alla classifica, primato effimero perché l’Inter non giocava, ma testimone di una certa competitività del progetto agonistico bianconero. Quella squadra è sparita un mese e mezzo fa.
Invece, sulle pagine del “Corriere dello Sport”, Ivan Zazzaroni commenta il pareggio tra Juventus ed Atalanta di ieri sera ponendo l’accento sui settori mediani delle 2 squadre: “La Juve un centrocampista che guarda avanti, di quelli che muovono il gioco, sentono la porta e all’occorrenza risolvono le partite lo desidera da tempo. Ne ha avuti tanti in passato, da qualche tempo è però costretta a fare con quel che ha, ovvero con specialisti tecnicamente ordinari – specie quando manca Rabiot – e un settore inferiore a quello di molte concorrenti, anche dell’Atalanta. Allegri non sarà il guru del calcio ottimista, o propositivo, ma quando il cuore del gioco batte con i colpi di Locatelli, McKennie, Cambiaso, Miretti e Iling Junior gli scompensi e gli errori risultano una costante: Ederson, Pasalic, De Ketelaere e Koopmeiners sono di un’altra pasta e sfido chiunque e sostenere il contrario”. Beh, forse tutti i torti, Zazzaroni non ha, no?
Stefano Mauri