Tornato in serie B dopo cinquant’anni, il Lecco sta vivendo una stagione difficile nel campionato cadetto. Dopo 29 giornate la formazione lombarda è ultima in classifica con 21 punti, staccata di otto lunghezze dal quartultimo posto che in questo momento vale l’accesso ai play-out.
La squadra guidata da Alfredo Aglietti, subentrato a febbraio a Emiliano Bonazzoli che a sua volta ad ottobre dello scorso anno aveva preso il posto del tecnico della promozione Luciano Foschi, ha conquistato un solo punto nelle ultime dieci partite, l’ultima vittoria è datata 26 dicembre 2023 (2-1 al Sudtirol).
Dopo la gara di domenica scorsa in casa contro il Palermo, finita con l’ennesimo ko (0-1), il presidente Paolo Di Nunno ha espresso tutti i suoi timori per le ultime partite di campionato: “Del risultato mi interessa poco perché ormai siamo condannati a retrocedere” ha detto al sito ilovepalermocalcio, ripreso ovviamente da molti media in seguito… “Piuttosto mi preoccupa altro. Ancora oggi nel calcio si vendono e si truccano le partite, ho paura di movimenti strani da parte dei nostri tesserati. Spero che mettano il telefono sotto controllo a tutti”.
Dura la replica di giocatori e staff tecnico del Lecco: “I calciatori e i tecnici tesserati per la società Calcio Lecco 1912 Srl – si legge nel comunicato – esprimono il proprio sconcerto per le dichiarazioni rilasciate dal Presidente Paolo Leonardo Di Nunno dopo la partita disputata nella giornata di ieri. Le sue affermazioni, riguardanti un presunto coinvolgimento dei tesserati in condotte illecite, sono semplicemente diffamatorie. Nessuno deve o dovrà mai mettere in dubbio il nostro impegno sul campo, la nostra lealtà e la nostra trasparenza. Respingiamo dunque fermamente le illazioni del Presidente, lesive della nostra reputazione, parole che gettano discredito sul lavoro svolto da ogni singolo membro della squadra e sull’immagine del nostro club nel suo complesso. Il nostro gruppo è unito e determinato per continuare, con il massimo impegno, a inseguire una salvezza che a molti sembra impossibile e per difendere l’onore della nostra squadra, della nostra città e dei nostri tifosi, certi di poter sempre onorare sul campo la maglia che indossiamo fino all’ultimo minuto”.
Ripreso dal sito della Provincia di Lecco, Di Nunno (personaggio sanguinano e passionario) comunque ha poi corretto il tiro:
“Io sono intervenuto solo per impedire che fossero tirati in campo quei petardi potenti che ci costano 5mila euro di multa l’uno. Poi un tifoso, uno solo, si è rivolto a me, mentre parlavo e io gli ho risposto a tono. Io ho sbagliato a reagire e avrei dovuto rispondere solo a lui e invece è sembrato un discorso rivolto a tutto lo stadio. Ma non era mia intenzione. Comunque se i tifosi vogliono io mi dimetterò e cederò la società al primo che si fa seriamente avanti. Non è questione di soldi, comunque”. Per carità il Lecco ha meritato il ritorno in serie B, ma il salto di categoria forse andava gestito diversamente, no?
Stefano Mauri