Delittisocietà

Salvate Olindo e Rosa dalle menzogne degli audio modificati

(continua dopo la pubblicità)

Su Olindo e Rosa continuano le nuove bufale. Ecco il video con i documenti integrali sull’audio modificato di Mario Frigerio del 15 dicembre 2006

 

Come ho scritto nel libro “Olindo e Rosa” non ho grande fiducia sul fatto che i due coniugi escano assolti dalla Corte d’Appello di Brescia. La magistratura, in casi del genere, tende a fare quadrato intorno a se stessa. Sono i numeri a dirlo: i delitti mediatici, che rappresentano il “buon funzionamento” della giustizia, si sono sempre conclusi con un colpevole fin dai tempi remoti di Lorenzo Bozano (1971), senza che mai fosse accolta una sola richiesta di revisione. E la strage di Erba costituisce il delitto mediatico per eccellenza.

A Brescia fummo peraltro già spiazzati in un’occasione, quando sia la Procura Generale che la Corte d’Appello diedero prima parere favorevole all’analisi dei reperti della strage. E poi, all’udienza successiva, cambiarono improvvisamente idea. Entrambi.

Certo, la mole di prove nuove sull’innocenza di Olindo e Rosa è tale che solo propalando ulteriori menzogne si potrebbero mettere in condizione i giudici di confermare la condanna. Una delle più ripetute, negli ultimi tempi, riguarda l’audio di Mario Frigerio del 15 dicembre 2006, un audio accelerato in cui il testimone sembrava dire «è stato Olindo» mentre descriveva tutt’altra persona: ovvero un uomo olivastro e mai visto prima (e dal giorno dopo pure molto più alto di lui, coi capelli neri rasati ed esperto di arti marziali). Si trattava di una frase che non solo non avevano sentito i consulenti di accusa e difesa, nè i periti della Corte d’Assise, ma nemmeno le 4 persone che erano con Frigerio nella stanza. E, cosa surreale, manco lo stesso Frigerio.

Nel corso del processo d’Appello quell’audio risultò essere stato modificato con il programma Cool Edit 2000: tale programma aveva trasformato la frase «stavano uscendo» in «è stato Olindo». Un fatto inquietante, che dovrebbe essere sufficiente a chiudere la questione.

Invece, inspiegabilmente, e da mesi, a “Quarto Grado” lo ripropongono, con una consulenza fatta in “studio” da loro, che non ha alcun valore legale, ma che condiziona inevitabilmente l’opinione pubblica, approfittando dell’audience di Mediaset. Il tutto mentre qualcun altro, altrove, insinua addirittura che fu il pm Simone Pizzotti a sviare il testimone, portandolo a parlare di un uomo olivastro.

Sicchè, sul canale Youtube @frontedelblog (e in cima a questo post) abbiamo pubblicato il podcast con la vera storia di quell’audio, per la prima volta udibile a velocità normale, con i documenti, i verbali e gli spettrogrammi del suono. In modo che tutti sappiano, prima che inizi il processo di revisione, come andarono realmente le cose.

Anche se, in realtà, basterebbe una sola frase: il 20 dicembre 2006 il comandante dei carabinieri di Erba Luciano Gallorini era andato in ospedale da Frigerio, facendogli 9 volte il nome di Olindo. E dopo un’ora di colloquio gli chiese infine se gli avesse “messo il dubbio”.

Ma se ci aveva impiegato lui un’ora il 20 dicembre a mettergli il “dubbio” su Olindo mentre lui pensava ad “altra gente”, com’è possibile che Frigerio, cinque giorni prima, ne avesse pronunciato il nome?

Buona visione.

Edoardo Montolli

blank Olindo e Rosa: Il più atroce errore giudiziario nella storia della Repubblica (I tachioni) blank

 

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PER APPROFONDIRE

  1. Il libro IL GRANDE ABBAGLIO – CONTROINCHIESTA SULLA STRAGE DI ERBA, di Felice Manti e Edoardo Montolli – GUARDA
  2. Il podcast di Fronte del Blog, con documenti e audio esclusivi – YOUTUBE | AUDIBLE | SPOTIFY | APPLE PODCASTS
  3. Lo speciale di Fronte del Blog sulla strage di Erba – GUARDA
  4. Lo speciale de Le Iene sulla strage di Erba – GUARDA
  5. Lo speciale del settimanale Oggi sulla strage di Erba – GUARDA

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Edoardo Montolli

Edoardo Montolli, giornalista, è autore di diversi libri inchiesta molto discussi. Due li ha dedicati alla strage di Erba: Il grande abbaglio e L’enigma di Erba. Ne Il caso Genchi (Aliberti, 2009), tuttora spesso al centro delle cronache, ha raccontato diversi retroscena su casi politici e giudiziari degli ultimi vent'anni. Dal 1991 ha lavorato con decine di testate giornalistiche. Alla fine degli anni ’90 si occupa di realtà borderline per il mensile Maxim, di cui diviene inviato fino a quando Andrea Monti lo chiama come consulente per la cronaca nera a News Settimanale. Dalla fine del 2006 alla primavera 2012 dirige la collana di libri inchiesta Yahoopolis dell’editore Aliberti, portandolo alla ribalta nazionale con diversi titoli che scalano le classifiche, da I misteri dell’agenda rossa, di Francesco Viviano e Alessandra Ziniti a Michael Jackson- troppo per una vita sola di Paolo Giovanazzi, o che vincono prestigiosi premi, come il Rosario Livatino per O mia bella madu’ndrina di Felice Manti e Antonino Monteleone. Ha pubblicato tre thriller, considerati tra i più neri dalla critica; Il Boia (Hobby & Work 2005/ Giallo Mondadori 2008), La ferocia del coniglio (Hobby & Work, 2007) e L’illusionista (Aliberti, 2010). Il suo ultimo libro è I diari di Falcone (Chiarelettere, 2018)

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