Il professor Gian Mario Anselmi, italianista dell’università di Bologna, secondo il Corriere della Sera, lancia una impresa, per così dire, a forte rischio: raccontare nel fascino e nelle astuzie, la professionalità dell’influencer di Cremona, più famosa nel mondo e, in questo momento, più inguaiata. “Chiara Ferragni credo sia in buona fede – dice – Della storia del pandoro ho letto sui giornali. Credo si risolverà. Io comunque avevo cominciato a scrivere ben prima e con la casa editrice siamo andati avanti”. Il suo libro ecco arriva nel momento meno fortunato nella carriera dell’imprenditrice e si intitola: La rivoluzione gentile. Come Chiara Ferragni ha cambiato il nostro tempo.
Ah… lo pubblica Piemme, esce il 6 febbraio. Ed è un’opera, quella firmata dal prof, ammiratore della Ferragni, pensata da uno studioso che per raccontare l’importanza della cultura del nostro Paese: “Non sopporto gli snob, le puzze sotto al naso. Ferragni è stata abilissima a usare fin dall’inizio Instagram come strumento autobiografico e narrativo. I social non sono cattivi, dipende come li usi. Per il resto si vedrà”. Per la cronaca, Anselmi, della Ferragni non ha il numero di telefono, con lei ci sono solo alcune foto fatte la scorsa estate in una profumeria bolognese che aveva distribuito buoni premi per assistere a una premiazione con Chiara e avere l’opportunità di incontrarla. Ricordate: “È il mio idolo. Mia figlia ha vinto, io ci sono andato al suo posto” spiegò, all’epoca, il professore.
Stefano Mauri