Condannato a quattro ergastoli, vent’anni di prigione alle spalle, Yahya Sinwar è l’uomo che ha ottenuto proprio dal premier israeliano il via libera ai finanziamenti dal Qatar
Israele vuole prendere e uccidere Yahya Sinwar, il capo di Hamas a Gaza. Sessanta ostaggi sarebbero dispersi dopo i raid dell’Idf. Tensioni internazionali in aumento: manifestazioni pro Palestina a Berlino, Londra, Parigi e Washington. A Lione una donna ebrea pugnalata. Il presidente turco ritira l’ambasciatore dal Tel Aviv e tuona: «Porteremo i crimini di guerra israeliani alla Corte Penale Internazionale». – foto | video 1 | video 2 | video 3 | video 4 | video 5
Storia del conflitto israelo-palestinese
YAHYA SINWAR, L’UOMO CHE ISRAELE VUOLE MORTO
Il ministro della Difesa di Gerusalemme, Yoav Gallant, non ha dubbi sul primo obiettivo da perseguire: «Arriveremo ai vertici di Hamas, arriveremo ed elimineremo Yihia Sinwar. E dico agli abitanti di Gaza: “Se voi arriverete a lui prima di noi, la guerra si accorcerà”». Sinwar è il capo del gruppo fondamentalista nella Striscia. Condannato a quattro ergastoli per omicidio, 62 anni dei quali 20 passati in carcere, è il fondatore della polizia politica interna al movimento.
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Da sei anni è alla guida di Hamas a Gaza. Conosce l’ebraico e ha scritto una lettera a Benjamin Netanyahu, con cui ha alternato nel tempo compromessi e da cui ha ottenuto – annota il Corriere della Sera – «il via libera ai foraggiamenti dal Qatar, milioni di dollari portati in valigie dentro la Striscia dall’ambasciatore di Doha, in parte distribuiti per alleviare la miseria degli oltre 2 milioni di abitanti. Ma i torrenti di contanti son difficili da seguire, di sicuro nelle fogne a cielo aperto della Striscia». Motivo per il quale il premier israealiano è alla prese con una feroce critica nel Paese.
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SESSANTA OSTAGGI DISPERSI
Intanto i tank dell’Idf hanno raggiunto il sud di Gaza City. E gli aerei hanno colpito un’infrastruttura di Hamas «posta sul tetto di un palazzo e l’imbocco di un tunnel adiacente». Mentre Gerusalemme replica alle accuse di sparare sulle ambulanze sostenendo che siano una copertura dei terroristi, l’esercito denuncia che Hamas sparerebbe con mortai e missili anticarro sulla strada Salah al-Din, lasciata libera per consentire lo spostamento della popolazione dal nord al sud di Gaza.
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Dall’altra parte, le Brigate Al Qassam fanno sapere che non si hanno più notizie di 60 ostaggi dopo gli ultimi bombardamenti israeliani.
Israele, Palestina
DONNA EBREA ACCOLTELLATA A LIONE
A Beirut, il rappresentante di Hamas in Libano dice: «Gli Stati Uniti e, in particolare, il presidente americano Joe Biden, sono pienamente responsabili di quanto sta avvenendo a Gaza». Le tensioni si avvertono ovunque: manifestazioni pro Palestina si registrano a Parigi, con migliaia di persone riversatesi in piazza. E poi Londra, Berlino, Dusseldorf e Washington: tutti a chiedere l’immediato cessate il fuoco.
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A Lione una trentenne ebrea è stata accoltellata nella sua casa nel quartiere di Montluc: quando ha aperto la porta di casa, un uomo vestito di scuro e a volto coperto l’ha colpita due volte all’addome prima di fuggire. Non è i pericolo di vita. Sulla sua porta gli inquirenti hanno trovato incisa una svastica.
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Ma le proteste sono anche interne a Israele: i manifestanti si sono ritrovati davanti alla residenza ufficiale a Gerusalemme di Netanyahu, chiedendone le dimissioni per l’aggressione subita il 7 ottobre.
ERDOGAN VUOLE PORTARE ISRAELE ALLA CORTE PENALE INTERNAZIONALE
Il presidente Recep Tayyip Erdogan ha richiamato in patrica l’ambasciatore a Tel Aviv. E sull’aereo che lo riportava dal Kazakistan, ha usato parole di fuoco: «Ho detto qualcosa nel mio discorso alla manifestazione per la Palestina. Ho annunciato che avremmo sostenuto iniziative che avrebbero portato le violazioni dei diritti umani e i crimini di guerra di Israele davanti alla Corte penale internazionale. Le nostre autorità competenti, in particolare il Ministero degli Esteri, svolgeranno questo lavoro».
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La replica arriva dal ministero degli Esteri di Gerusalemme, secondo cui il richiamo dell’ambasciatore «è un altro passo del presidente turco Erdogan per schierarsi con l’organizzazione terroristica Hamas. I terroristi di Hamas usano la popolazione a Gaza come scudi umani, impedendo loro di entrare in aree sicure e rubando loro carburante, cibo e acqua potabile. Hamas è il vero nemico del popolo palestinese e commette crimini di guerra e crimini contro l’umanità».
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