Nessuna tregua a Gaza: Benjamin Netanyahu si oppone anche alle richieste americane. Hassan Nasrallah, chiama a raccolta Siria, Iran e Yemen
Gaza, Benjamin Netanyahu dice no alla tregua chiesta dagli Stati Uniti: «No a pause umanitarie senza il rilascio degli ostaggi». L’Ue chiede garanzie per i civili. Nuove stragi in una scuola e in un convoglio di ambulanze. Il leader di Hezbollah in Libano, Hassan Nasrallah, chiama a raccolta Siria, Iran e Yemen per la difesa di Gaza. E dice: «Siamo già in guerra. Abbiamo gli strumenti per difenderci anche dalle navi americane». – foto | video 1 | video 2 | video 3 | video 4 | video 5
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NESSUNA TREGUA FINO AL RILASCIO DEGLI OSTAGGI
Ci ha provato pure il segretario di Stato americano Antony Blinken, volato a Tel Aviv, a chiedere una tregua. Ma il premier israeliano è inflessibile: «Non accetteremo una pausa umanitaria fino a quando gli ostaggi siano stati restituiti». Lo ha detto al funzionario statunitense e lo ha ribadito alla nazione, opponendosi anche all’ingresso di carburante a Gaza per gli ospedali. Blinken si dice certo che si debba lavorare da subito «per una soluzione a due Stati» con una Palestina indipendente. Mentre una fonte americana ribadisce che serve una «pausa molto significativa nel conflitto».
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Anche Josep Borrell, Alto rappresentante dell’Ue, prova a mediare con il ministro degli Esteri israeliano Eli Cohen. E scrive su Twitter: «Ho parlato oggi a Eli Cohen per esprimere solidarietà da parte dell’Ue e impegno per la sicurezza d’Israele, nonché sostegno agli sforzi di mediazione per liberare gli ostaggi e per sottolineare la necessità di proteggere i civili, evitare vittime civili e migliorare l’accesso umanitario. Sono urgentemente necessarie pause umanitarie per garantire la consegna sicura degli aiuti, come richiesto anche dal presidente Usa Joe Biden e dal segretario di Stato Antony Blinken».
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GAZA, ALTRE DUE STRAGI
A Gaza, intanto, continuano le stragi, denunciate da Hamas: nella notte venti persone sarebbero morte nel bombardamento di una scuola. E un convoglio di ambulanze, partito dall’ospedale di Shifa verso il valico di Rafah è stato bombardato: sarebbero decine i morti e i feriti. Lo riferisce Al Jazeera. Dopo le accuse dell’Onu di aver commesso un possibile crimine di guerra nell’offensiva al campo profughi di Jabalya, l’Idf, le forze di difesa israeliane, ha diramato un comunicato nel quale si segnala che, all’interno del campo vi sarebbe stata una postazione militare attiva di Hamas con «mezzi di comunicazione, carte geografiche operative, tavole di comando e controllo nonché dettagli personali di comandanti».
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LE PAROLE AMBIGUE DI HASSAN NASRALLAH
A Beirut, Libano, tutte le strade erano ieri deserte, con la gente davanti alla tv per assistere al discorso del leader di Hezbollah Hassan Nasrallah. Si attendevano una dichiarazione di guerra, invece è arrivata una chiamata ai Paesi musulmani per fare fronte comune. Il capo del partito di Dio assicura infatti che il Libano sia già attivo: «Dall’8 ottobre teniamo impegnati un quarto dell’esercito israeliano, la metà delle sue difese aeree e gran parte della sua flotta». E mette le mani avanti, sostenendo che l’attacco di Hamas del 7 ottobre sia opera «al 100 per cento dei palestinesi».
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Il resto è dedicato a galvanizzare le folle: «Non abbiamo paura, abbiamo gli strumenti per difenderci anche dalle navi americane. Sempre più fazioni della resistenza entreranno dal confine israelo-palestinese. Come la guerra si espanderà è legata a due fattori: come si evolve la situazione a Gaza».
E ancora: «Se Israele attaccherà civili libanesi ci costringerà a rispondere: un civile israeliano per ogni civile libanese». Tuttavia «dobbiamo essere realistici, abbiamo ancora bisogno di tempo per infliggere il colpo finale. Ma stiamo ottenendo delle vittorie. La battaglia è fatta di decisione, pazienza, resilienza per raggiungere un obiettivo dopo l’altro e impedire al nemico di ottenere i suoi». Ed è così che segue l’appello a Iran, Siria e Yemen a fare fronte comune per unirsi alla «gloriosa» lotta di Gaza. Chiede sanzioni nello stile occidentale: «Smettete di vendere loro gas e cibo».
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Nega gli eccidi del 7 ottobre: «Tutti i civili israeliani della cui morte è accusata Hamas sono stati uccisi per gli spari dell’esercito israeliano e le sue azioni irresponsabili». E conclude: «Qualcuno ha pensato che con questo discorso avrei dichiarato guerra, ma non serve, siamo già in guerra». Ma naturalmente non è così. Il Libano si è limitato a sparare razzi appena dentro il confine di Israele. Ha mosso l’artiglieria sulla frontiera. Ma non è andato oltre: evidentemente Nasrallah attende che sia qualcun altro a fare la prima mossa.
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