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L’Onu: “Le bombe sul campo profughi di Jabalia possibile crimine di guerra”

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L’Onu ipotizza crimini di guerra commessi da Israele per le bombe nel campo di Jabalia, a Gaza. Ghazi Hamad, membro del Consiglio politico di Hamas e ricercato dallo Stato ebraico, rivendica il raid del 7 ottobre: «Non avevamo altra scelta che la violenza. Israele è battibile». A Parigi compaiono sui muri le stelle di David e a Roma ignoti hanno tentato di dare fuoco a due pietre d’inciampo delle vittime della Shoah. – foto | video 1 | video 2 | video 3  | video 4 | video 5

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IL LEADER DI HAMAS: “LEGITTIMATI A COLPIRE”

Hamad parla all’inviato del Corriere della Sera Andrea Nicastro da un appartamento improvvisato di Beirut: «Questa è una guerra in corso da anni. Ricordo almeno sei grossi scontri dal 2009. Nella maggior parte dei casi è stata Israele a scegliere il momento, mentre ora l’iniziativa è nostra. Perché? Per le violazioni dei diritti dei palestinesi in Cisgiordania e Gaza, per i civili molestati ai check point, uccisi a Jenin, Nablus, Gerusalemme, per l’inerzia dei vari mediatori (egiziani, qatarini, Onu). Abbiamo dovuto prendere il pallino in mano».

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Nonostante gli 8 mila morti palestinesi, il leader di Hamas ha pochi dubbi. Dice che esistono solo due strade, la pace e la violenza. Con la pace Abu Abbas, sostiene, non ha ottenuto nulla. Anzi: «Sono aumentati i coloni israeliani, le confische di terre palestinesi, i settori della Cisgiordania isolati. Non è solo la politica del governo estremista di Netanyahu. Non c’è mai stato un momento buono per concedere qualcosa ai palestinesi, ma solo per allargare il controllo israeliano. Non ci hanno lasciato altra opzione se non la violenza. Israele ha l’arroganza di chi ha dietro gli americani e se ne infischia del diritto internazionale».

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Hamad si dimostra sicuro: «Noi siamo le vittime dell’occupazione. Secondo il diritto internazionale, siamo pienamente legittimati a combattere gli invasori». E conclude: «Hamas ha dimostrato che Israele è battibile. Non potevamo farlo gratis, ma siamo pronti a pagare ancora».

L’ONU: ISRAELE POTREBBE AVER COMMESSO CRIMINI DI GUERRA A JABALIA

Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, parlando dal Minnesota, ammette: «Penso che abbiamo bisogno di una pausa. Una pausa significa dare tempo per far uscire i prigionieri». Intanto l’Onu mette ancora nel mirino Israele.

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Se il segretario generale Antonio Guterres si dice «sconcertato dal raid sul campo profughi», l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani scrive su Twitter: «Dato l’elevato numero di vittime civili e l’entità della distruzione a seguito degli attacchi aerei israeliani sul campo profughi di Jabalia, temiamo seriamente che si tratti di attacchi sproporzionati che potrebbero equivalere a crimini di guerra».

FUGA DA GAZA

Quattro italiani hanno lasciato Gaza, partendo dal campo dell’Unrwa, l’agenzia Onu per i profughi palestinesi, e passando dal valico di Rafah. Si tratta di Laura Canali di Human Rights Watch, Maya Papotti di Azione contro la fame, Giuditta Brattini dell’associazione Gazzella e Jacopo Intini di Cooperazione internazionale Sud Sud con la moglie palestinese Amal Khayal. Secondo l’Egitto, ieri 335 stranieri e 76 feriti in totale sono riusciti a mettersi in salvo dalla Striscia.

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Nel frattempo il generale di Gerusalemme Itzik Cohen annuncia di essere arrivato alle porte di Gaza City. L’esercito è al lavoro per scovare la rete di tunnel sotterranea di Hamas. In un’intercettazione diffusa dall’Idf emerge come Hamas stia usando come carburante per la guerra quello dell’ospedale indonesiano di Gaza.

TORNA L’ANTISEMITISMO IN EUROPA

Aumentano in Europa gli episodi di antisemitismo. Succede a Parigi, dove, nel 14imo arrondissement sono apparse sui muri di diversi edifici le stelle di David: una sessantina in tutto, come marchi sulle abitazioni realizzati con la vernice blu e uno stencil. A Parigi vive una delle comunità più grandi d’Europa. A Petit-Quevilly, piccolo comune nella Seine Maritime, sono invece comparse svastiche e scritte con insulti agli ebrei.

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In Italia, infine, qualcuno ha tentato di dare fuoco a due pietre d’inciampo nella Capitale, quelle che ricordano la deportazione di Michele Ezio Spizzichino e Amedeo Spagnoletto. Scrive su Twitter il sindaco Roberto Gualtieri: «A Trastevere due pietre d’inciampo dedicate a due vittime romane della Shoah, deportate nel campo di sterminio di Auschwitz, sono state oltraggiate. Roma condanna fermamente questo gesto inaccettabile e miserabile. Solidarietà a tutta la Comunità Ebraica della nostra città».

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