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Bombe di Israele sul campo profughi di Jabalia

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Bombe di Israele su un campo profughi. L’Iran manda nuovi avvertimenti e Benjamin Netanyahu risponde al Libano: “Se Hezbollah fa guerra totale, sarà la distruzione”. Gli americani pronti a intervenire in caso di allargamento del conflitto. Esplosione al valico di Gaza. L’intelligence di Parigi: «Il missile sull’ospedale non era di Israele: ecco le prove». – foto | video 1 | video 2  | video 3 | video 4

ISRAELE BOMBARDA IL CAMPO PROFUGHI

Bombe israeliane hanno colpito il campo profughi di Jabalia, nella parte settentrionale di Gaza. Lo riferisce la Reuters. Almeno tre i morti, oltre a diversi feriti. Nella Striscia dieci ospedali non sono più operativi, come fa sapere il ministero della Sanità di Hamas, specificando che 23 ambulanze sono state distrutte.

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Il bollettino delle vittime nell’area sale a 4651 decessi e a 14.245 feriti. Come riferisce la Cnn, diversi genitori della Striscia hanno iniziato a scrivere i nomi dei figli sulle gambe dei loro bambini, perchè possano essere identificati nel caso peggiore.

PERICOLI AL VALICO DI RAFAH

Al valico di Rafah sono passati ieri 17 camion con aiuti umanitari. Ma poi si è registrata un’esplosione, poco dopo che un convoglio era entrato dal lato egiziano, come hanno raccontato testimoni citati da Haaretz. Il coordinatore delle attività israeliane nei Territori, citato dalla televisione pubblica Kan, precisa: «Contrariamente a quanto riferito da alcuni media, non è entrato oggi combustibile dall’Egitto a Gaza, attraverso il valico di Rafah. I camion ripresi dalle telecamere hanno spostato combustibile all’interno della Striscia, da un deposito dell’Onu nel versante di Gaza verso ospedali della Striscia».

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Il tutto mentre Joe Biden afferma di aver trovato un accordo con Benjamin Netanyahu per «un flusso continuo di aiuti a Gaza».

MORTI 29 AGENTI ONU

Nel territorio di Gaza nuovi scontri tra Idf e Hamas. Le Brigate Al-Qassam del gruppo palestinese rivendicano di aver distrutto due bulldozer militari israeliani e un carro armato in un’imboscata, costringendo il nemico a ritirarsi senza i propri veicoli. Intanto, su Twitter, l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa) scrive: «Siamo sotto shock e in lutto. È ora confermato che 29 nostri colleghi a Gaza sono stati uccisi dal 7 ottobre. La metà di questi colleghi erano insegnanti dell’Unwra. Come Agenzia, siamo devastati. Siamo in lutto gli uni con gli altri e con le famiglie».

GLI 007 E LA STRAGE ALL’OSPEDALE

Una fonte dell’intelligence francese spiega ad Associated Press che un cratere come quello rinvenuto all’ospedale al ahli, di un metro per 75 centimetri e 40 di profondità «può essere stato causato da una testata di 5 chilogrammi». Il che porterebbe le responsabilità su un razzo sparato da dentro la Striscia ed esploso in aria, escludendo dunque Israele da colpe: «Non abbiamo certezze, ma quella carica non può aver prodotto 471 morti».

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Alla stessa conclusione sarebbero giunti gli 007 canadesi: «I nostri controlli indipendenti ci dicono con un alto grado di certezza che non è stato un missile israeliano».

GLI AVVERTIMENTI DELL’IRAN

Gerusalemme afferma di aver colpito cinque cellule di Hezbollah nel sud del Libano e Netanyahu minaccia «conseguenze distruttive per gli Hezbollah e per il Libano» in caso di guerra aperta: «Se lo facessero, proverebbero poi nostalgia per la guerra del 2006. Sarebbe per loro un errore fatale. Noi li colpiremmo allora con una potenza che nemmeno si immaginano, con conseguenze distruttive per loro e per lo Stato del Libano».

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Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant fa sapere che la guerra potrebbe «durare mesi» ma che alla fine «Hamas non ci sarà più». Ma l’area continua a scaldarsi. Il ministro degli Esteri di Teheran, Hossein Amir-Abdollahian, tuona: «Oggi la regione è come una polveriera… Vorrei avvertire gli Stati Uniti e il regime fantoccio israeliano che se non metteranno immediatamente fine ai crimini contro l’umanità e al genocidio a Gaza, tutto sarà possibile in qualsiasi momento e la regione andrebbe fuori controllo». Da Washington, il ministro della Difesa americano Lloyd James Austin si limita a dire che, in caso di allargamento del conflitto, gli Usa «non esiteranno ad agire» militarmente.

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